Intensa è la stanchezza, confusa e poco concentrata la mia mente inquieta.
Serve ripulirla da tutto ciò che la intasa.
Devo riuscire a superare anche questo periodo.
Lo so che, in mezzo alle più grandi difficoltà e malgrado inevitabili rovesci, posso farcela, operando, come diceva mia nonna che ha cresciuto 6 figli, "prodigiosi sforzi".
Mi sveglio in piena notte, mi guardo allo specchio e mi dico: tanto non ci riesco. Riprendo a dormire e ad ascoltare quei lontani colpi nel sonno: il cuore mio impazzito.
Ma sento anche una voce, adesso, che grida di aprire gli occhi e di vivere.
Forse sarebbe meglio però chiudere gli occhi la notte e vivere di giorno.
Invece il giorno dormo sulla scrivania, alle volte sotto, con la scusa che si incastrano i cassetti.
Vorrei riuscire a staccare la testa il cuore ma ancora non riesco.
Torno a casa dopo il lavoro e mi metto a pulire come una pazza, cerco di occuparmi di qualcosa, senza riuscire a staccare, la mente è sempre in movimento ma scivola nei pensieri assurdi; troppo sapone sui pavimenti.
Tutto è diventato difficile e sembra peggiorare, anche il semplice fare la spesa.
Ho bisogno di un sostegno, mi sento triste senza motivo, irritabile (ieri ho litigato con la vicina per una stupidaggine, stasera le porto della Sangria per farmi perdonare).
Sono troppo incline al pianto e mi faccio rabbia da sola, sento addosso un senso di inadeguatezza nei confronti dell'intero mondo.
Vorrei poter andare avanti come mia nonna, era così incredibilmente forte, non avrebbe mai lasciato che peggiorassero le cose: o le aggiustava o le buttava e basta.
Liberarmi vorrei dai pesi, e che la mia anima s'insinuasse lieve tra i cespugli, come un uccellino un po' scemo e spensierato che canta tra i rovi nascosto. (A. Battantier, Memorie di un amore, Pamela Jamm, 2023. Art by Stephen Stadif)
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