IL DOLORE E LA FORZA DELL'AMORE (Quella di un genitore è la perdita definitiva del porto sicuro. Il sollievo è la vergogna segreta di chi sopravvive. È un diritto. La sofferenza di chi amiamo è una prigione per entrambi. La sua fine è una liberazione per il carceriere e per il prigioniero)
L'amore va coltivato con l'amore. Anche quando la vita ti spara addosso! Chiedi a tuo padre di finire le sofferenze di tua madre e poi lei muore nel compleanno di papà. Se non ridi, piangi. L'unica risposta è strapazzarsi di coccole, finché si può. Tutto finisce, sì, certo, per la fisica si trasforma. Epperò, intanto, quel corpo che ha dato la vita nega l'ultimo abbraccio, lasciando un vuoto che non sappiamo riempire, una voragine che ci ricorda la precarietà di ogni amore; a qualunque età non si è mai preparati abbastanza. La rabbia di non averla più, la frustrazione di sentirsi improvvisamente abbandonati, privati di "punto fermo". La sofferenza nasce dalla lacerazione di un legame. Forse quella richiesta a papà non è stata solo un gesto di pietà. Forse era l'anima che riconosceva il momento del ritiro. Mamma era già partita, il corpo era un guscio. Il suo compito era finito. Quel respiro, così pesante da emettere, così leggero da disperdersi per sem...