Oggi celebriamo la Giornata Mondiale della Biodiversità, un'occasione ideale per riflettere sulle meraviglie della natura e, per scoprire quanto poco di essa sia rimasto.
Una festa memorabile! Immaginiamoci una torta decorata con miniature di allevamenti intensivi, grattacieli, e, in un piccolo angolino, qualche minuscolo animale selvatico, magari un'ape o un uccellino, se siamo fortunati.
In questo giorno glorioso, ricordiamo che la biomassa mondiale dei mammiferi è composta per il 62% da animali allevati.
La stragrande maggioranza è schiava dell'industria.
Mucche, maiali e polli vivono ammassati in spazi angusti, alimentati a forza e ingozzati di antibiotici. La natura allo stato puro!
E poi c’è il 34% rappresentato da noi, esseri umani.
Noi, che con la nostra ingegnosità abbiamo colonizzato il pianeta e ci siamo moltiplicati in modo così efficace da soffocare tutto il resto.
Forse dovremmo considerarci un successo evolutivo, ma sembra più una metastasi.
Siamo ovunque, occupiamo ogni spazio possibile, e mentre facciamo questo, estraiamo, costruiamo, distruggiamo.
E la fauna selvatica?
Quattro miserabili punti percentuali.
Il residuo di un mondo che una volta brulicava di vita, un mondo dove i nostri antenati dovevano stare attenti a non finire preda di qualche grande carnivoro.
Adesso siamo noi i predatori apicali, cacciando specie all'estinzione con il nostro amore per il progresso e la modernità.
Festeggiamo come abbiamo ridotto le foreste pluviali a deserti, celebriamo come abbiamo riempito gli oceani di plastica e svuotato i fiumi per fare spazio alle nostre città.
Gioiamo di come abbiamo sostituito gli ecosistemi con monoculture e mostri di cemento.
La Giornata Mondiale della Biodiversità ci invita a riflettere su questo trionfo dell’umanità sulla natura, questo dominio assoluto che ci ha portato a vivere in un mondo sempre più povero di altre forme di vita.
È un interessante paradosso: mentre esaltiamo la biodiversità, continuiamo a distruggerla.
Siamo gli artefici di una tragedia ecologica che scriviamo giorno dopo giorno ma, allegria, alziamo i calici alla biodiversità...a ciò che ne rimane.
E speriamo che un giorno la Terra si riprenda da un terribile incidente chiamato "umanità".
(A. Battantier, Millo Peg e le memorie della Terra, Frammenti per l'Apocalisse)
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