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LA GENTILEZZA MALEDUCATA

Quando M. Thompson Nati parla della "gentilezza maleducata", si riferisce a una tipologia di persona che, pur essendo gentile nei modi, adotta un comportamento maleducato. 

Il "gentile maleducato" (GM) utilizza varie strategie per raggiungere i propri obiettivi nel trattare con persone generalmente cortesi. 

Il GM rimane calmo, inizialmente non reagisce né risponde all'accusa, sorride, non prende le cose sul personale, ascolta ma non chiede scusa, perché ritiene di avere ragione anche se è evidentemente nel torto. Ha torto, ma si comporta in modo incivile con civiltà. 

Alla base di questo comportamento gentilmente maleducato c'è una sorta di proto consapevolezza dell'esistenza dell'altro; formalmente non manca di rispetto, ma dedica agli altri solo un'attenzione superficiale poiché non è interessato ad andare oltre i propri interessi e desideri personali. 

Il GM agisce con gentilezza solo per migliorare la percezione della propria immagine, senza interesse nel creare un senso di comunità e solidarietà. 

Il GM amabilmente permette al suo interlocutore di sentirsi nel giusto, chiude la conversazione e va avanti, occupandosi solo dei suoi affari. Non utilizza gesti o linguaggio volgare, né un tono di voce imperioso o urlato, non mostra scompostezza o maleducazione evidente; tuttavia, qualcosa nell'aria indica disinteresse e mancanza di rispetto.

Facciamo un esempio. 

Questa mattina stavo camminando sul marciapiede, quando ho sentito uno scooter arrivare a grande velocità da dietro. Quando era ormai a un metro da me, ho udito una voce femminile gentile chiedere: 

"Scusi, mi fa passare? Grazie". 

Mi sono voltato e ho fatto notare che uno scooter non dovrebbe percorrere il marciapiede. La signora, con un sorriso, mi ha risposto: 

"Ma come faccio ad andare al lavoro?". 

Ho replicato: 

"Non è un problema mio, lei sta violando il codice della strada. Immagini se qui ci fosse un passeggino o una carrozzella". 

La gentile signora, continuando a sorridere e a parlare con voce morbida, ha replicato prontamente: 

"Mi risolva lei questo problema, io ho bisogno di arrivare tra poco e non so dove parcheggiare. Mi aiuti lei piuttosto, non stia qui a criticare".

Praticamente sono passato dalla parte del torto, come se fosse colpa mia essere sul marciapiede e non far passare quella persona. 

Quando mi sono spostato, lei è ripartita accelerando per poi parcheggiare 30 metri più avanti, ma in realtà ha percorso 150 metri di marciapiede ignorando completamente il Codice della Strada.

Per l'articolo 158, comma 1, lettera H, "la fermata e la sosta dei veicoli sono vietate sui marciapiedi, salvo diversa segnalazione". 

La norma non fa distinzione tra auto e moto, quindi riguarda entrambe e, di conseguenza, anche ciclomotori e motocicli. Figuriamoci utilizzare il marciapiede come strada per uno scooter. 

E’ vietato utilizzare tavole, pattini o altri mezzi di trasporto simili sul marciapiede, ad esempio i monopattini elettrici, che possono costituire un serio pericolo per le persone. 

Naturalmente possono circolare i pedoni ed è consentito l'utilizzo di passeggini.  Epperò lo scooter non è un passeggino.


(A. Battantier, Italien Néandertalien)


#italienneandertalien

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