A mio avviso la letteratura deve essere complessa e controverse.
Amo la prosa, feroce e disillusa, in grado di scatenare reazioni contrastanti.
Io cerco qualcosa nella scrittura che trascende il giudizio morale, qualcosa che merita di essere esplorato.
La letteratura, per me, è scrittura come ricerca.
Non una ricerca della verità assoluta, né un percorso volto a insegnare il bene o il male, ma un’indagine spietata e sincera dell’animo umano.
La scrittura che amo non si preoccupa di fare del bene, non si piega alla necessità di essere edificante.
Rifiuto categoricamente i nozionismi e le liste del bello e del buono, opponendomi a quella visione della letteratura che si limita a confortare o a decorare.
La lettura che amo sa essere di una disarmante autenticità.
Mi deve risuonare dentro una voce, talvolta crudele, talvolta disperata, intrisa, se serve, di un realismo brutale che sfida a guardare il mondo senza filtri.
In questa spietatezza, talvolta si può trovare una forma di solidarietà, un’alleanza non con l’individuo virtuoso ma con l’essere umano nella sua totalità, con tutte le sue debolezze e contraddizioni.
La letteratura che amo non deve necessariamente fare del bene.
L’amicizia, l’amore, la passione per l’uguaglianza, per la libertà, per la giustizia e la democrazia non sono ideali astratti ma esperienze concrete, spesso dolorose e disilluse.
I messaggi che amo non sono imposti ma costruiti dal lettore, il quale è chiamato a confrontarsi con la propria interpretazione e a trovare, se possibile, un senso personale nelle vicende narrate.
Non posso dire che la bontà e l’educazione del politicamente corretto mi interessino particolarmente quando mi avvicino alla letteratura.
Preferisco una narrazione che mi scuota, che mi costringa a riflettere e a rivedere le mie convinzioni.
Amo il linguaggio tagliente e, quando serve per risvegliare, una visione pessimistica, capace di offrire uno specchio spietato in cui riconoscere non solo le brutture del mondo, ma anche quelle che ci portiamo dentro.
Amo la scrittura sincera che manca in molti autori.
La letteratura per me è una sfida costante, una provocazione che non mira a compiacere ma a far pensare. In un’epoca in cui spesso si cerca il conforto e l’approvazione maggioritaria, servono voci dissonanti, a promemoria della complessità e della profondità della condizione umana.
La scrittura per me è un campo di battaglia, in cui ogni parola è un atto di resistenza contro la banalità e la conformità.
La scrittura deve avere il tratto dell'irriverenza, invitare a guardare oltre le apparenze, a cercare la verità anche quando essa è scomoda o dolorosa.
(A. Battantier, Mip Lab. Art by Stephen Stadif, La mia cameretta)
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