Passa ai contenuti principali

AMORE, ODIO, MORTE

Il contrario della parola 'amore' non è 'odio' ma 'morte'.

La radice etimologica del termine 'amore'? 
La 'A' privativa davanti a 'MORS', in latino, 'morte'. 

Amore e morte, due concetti che, per la maggior parte, si pensa siano opposti ma non correlati. 

Si associa l'odio come il contrario dell'amore, una forza distruttiva che si pone in netta antitesi alla forza creativa e vitale dell'amore. 

Epperò, l'odio, pur essendo una manifestazione negativa dell'emotività umana, è ancora una forma di legame, per quanto tossico e distorto. 

L'odio richiede energia, attenzione, una sorta di investimento emotivo che, per quanto negativo, implica una legame con l'oggetto odiato. 

L'odio è, in un certo senso, un riflesso oscuro dell'amore, una sua deformazione. 

Entrambi esistono nel regno della vita emotiva, entrambi richiedono la vitalità del soggetto.

La morte, invece, rappresenta l'assenza di tutto questo. 
È il vuoto, il nulla. 

Si può vedere la morte come la totale assenza di relazioni, emozioni, e, in ultima analisi, della vita stessa. 

Quando parliamo di morte in senso metaforico, ci riferiamo a uno stato di totale disconnessione, di vuoto esistenziale, di annichilimento del sé. 

In questo contesto, il contrario dell'amore non può essere che la morte, perché senza amore, senza quella forza vitale che ci unisce agli altri e a noi stessi, cadiamo in un'apatia mortale.

L'amore è il motore che anima la vita, il fulcro intorno a cui ruotano (dovrebbero ruotare!?) le nostre esistenze. 

È ciò che ci fa svegliare la mattina con un senso di scopo, che ci spinge a creare, ad avvicinarci, a sentirci vivi. 
È la forza che dà significato alle nostre azioni e che ci permette di costruire legami profondi con gli altri. 

Senza amore, non c'è solo la mancanza di affetto, ma una vera e propria morte interiore, un'assenza di significato che ci riduce a gusci vuoti.

Consideriamo, per un momento, le persone che vivono in condizioni di estrema solitudine, prive di legami emotivi significativi. 
Spesso, queste persone sperimentano un senso di morte interiore, una sensazione di vuoto che le consuma. 
È come se, in assenza di amore, la vita stessa perdesse il suo colore, diventando un'esistenza grigia e priva di speranza.

È fondamentale aiutare le persone a ritrovare il loro centro emotivo (o a ritrovare da noi), a ricostruire quel legame vitale con se stessi e con gli altri. 
Serve un processo di riscoperta dell'amore, in tutte le sue forme: amore per se stessi, amore per gli altri, amore per la vita. 

È un percorso che porta a recuperare quella scintilla vitale che può illuminare anche i momenti più bui.

Forte è potere trasformatore dell'amore, una forza primordiale capace di donare senso e direzione alla vita. 

Senza amore, siamo spinti verso un'inevitabile morte interiore, un'esistenza priva di scopo e significato.

L'amore è ciò che ci tiene vivi, che ci riporta alla nostra umanità e alla nostra esistenza. 
Senza, ci troviamo a vagare in un deserto emotivo, prigionieri di una morte che, pur non essendo fisica, è altrettanto devastante. 

Per questo, la ricerca dell'amore, sotto tutte le sue forme, è fondamentale per mantenere viva la fiamma della nostra esistenza.

(A. Battantier, Memorie di un amore, Mip Lab, Folle sentimento, 2023)

#memoriediunamore 
#MIPLab
#stephenstadif 

Post popolari in questo blog

SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

IL SIGNIFICATO

"Tu decidi qual è il significato della tua vita. La gente parla del significato della vita, ma ci sono tanti significati di vite diverse e tu devi decidere quale vuoi che sia il tuo". (J. Campbell)

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in...

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e ...