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CAREZZE (Il ricordo della felicità non è più felicità, il ricordo del dolore è ancora dolore: è sempre vero?)

Un amico, malinconico e nostalgico mi ha detto: "Hai fatto caso che il ricordo della felicità non è più felicità, epperò il ricordo del dolore è ancora dolore?".

Io non riesco a separare nettamente passato e presente, emozioni positive e negative.

Il modo in cui ricordiamo e riviviamo i momenti di felicità e di dolore ha un impatto profondo sulla nostra esistenza attuale e futura, ben oltre le categorie di piacere e sofferenza.

Io so che il ricordo della felicità può essere una fonte immensa di benessere e di sostegno emotivo nel presente. 

Ripensare a un momento di gioia, a un’esperienza gratificante, può evocare sensazioni positive, rivitalizzare lo spirito e offrire un rifugio sicuro nei momenti difficili. 

È vero, la felicità ricordata non perde il suo valore, ma si trasforma in un serbatoio di energia positiva che può alimentare il nostro presente. 

Pensiamo ai legami profondi con le persone amate, agli attimi di "realizzazione" personale: questi ricordi possono generare un senso di gratitudine e serenità che pervade la nostra vita quotidiana.

Eppure, il ricordo del dolore non è necessariamente sinonimo di sofferenza. 
In alcuni casi rivisitare le esperienze dolorose può rappresentare un’opportunità di crescita e di rafforzamento personale. 

La capacità di riflettere sui momenti difficili, di comprendere le lezioni apprese e di riconoscere la propria forza nata dal dolore e dalle fragilità è un atto di ribellione all'infelicità.

Attraverso la consapevolezza, l'elaborazione, il dolore passato può, talvolta, trasformarsi in una testimonianza della propria forza interiore e della capacità di superare le avversità. 

Anzi, dirò di più: ricordare il dolore può anche rafforzare il nostro impegno verso valori fondamentali come l’amore e la compassione.

Ricordare una sofferenza può sensibilizzarci verso quella degli altri, spingendoci a essere più empatici e solidali.

Io sto imparando a riconoscere il potere trasformativo delle esperienze passate. La felicità passata diventa così una risorsa attiva, una fonte di ispirazione e di speranza.

Il dolore non è solo un’esperienza da cui fuggire, ma anche una parte integrante del nostro percorso umano. 
Affrontarlo e integrarlo nella nostra storia personale ci permette di costruire una visione più completa della nostra identità, laddove ci insegna l’importanza della cura, della presenza e dell’amore. 

L’essere umano ha la facoltà di trasformare e reinterpretare le proprie esperienze, di cambiare atteggiamento. 
Ricordi di felicità e di dolore non sono statici, ma dinamici, in grado di evolversi e di arricchire la nostra vita in modi inaspettati. 
La memoria non è un semplice archivio di emozioni passate, ma una forza viva che può influenzare il nostro presente e modellare il nostro futuro.

(A. Battantier, Memorie di un amore, Mip Lab, 2023, Dedicato al “Vate” Angelo Neri e a Nonno Mario)

***
CAREZZE

Non passa niente. 
Solo il ricordo allevia.
Si possono tenere in vita le persone care coi ricordi? 
La vita oltre la vita è anche questo. Ricordare tiene in vita noi, e chi abbiamo avuto la fortuna di conoscere ed ha lasciato un segno. 
Chi sono quelli che ci hanno lasciato i migliori ricordi?
Sono quelli che oggi abbiamo il piacere (ed il dolore) di ricordare. 
I ricordi, la morte non ce li può rubare. 
E' un'amara consolazione, ma intanto la luce fioca del ricordo illumina la notte eterna.

(Memorie di un amore, 2007 A. Battantier, pH, mio nonno "carezzato" con un pennellino al camposanto)

#MIPLab
#memoriediunamore


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