Sephora, giovane migrante di 24 anni, ha lasciato questo mondo il 27 settembre, poco dopo aver dato alla luce sua figlia. Originaria del Burkina Faso, era arrivata in Italia il 19 settembre, dopo un viaggio di 4000 km, alla ricerca di una speranza.
La sua piccola bambina è nata sana e salva.
Due giorni prima era stata tratta in salvo nel Mediterraneo dalla nave Geo Barents dell'organizzazione "Medici senza frontiere".
Ma il suo corpo, indebolito dalla travagliata traversata dell'Africa e del mare, non è riuscito a reggere le complicazioni legate alla gravidanza ed al viaggio, portandola alla morte.
Come tanti altri migranti, aveva condiviso l'odissea dell'incertezza, respinta fra Algeria e Libia, subendo orrori indicibili.
Il racconto dei migranti che attraversano continenti e mari richiede, prima di tutto, dignità. Gli italiani stessi erano (e sono) migranti, e questo passato (presente) non può essere dimenticato.
Sephora era giunta in Italia con un paio di infradito e un borsellino contenente 100 euro.
Ricordiamoci che il governo ha varato un decreto che chiede una fideiussione bancaria o assicurativa di quasi 5 mila euro per evitare la detenzione nei centri di accoglienza, una misura disumana per chi cerca solo una vita migliore.
Essendo incinta, il suo posto non avrebbe dovuto essere in un centro di detenzione. Insieme a sei altre donne in stato interessante, è stata ricoverata d'urgenza e poi ha dato alla luce sua figlia, la quale ora è sotto la custodia dei servizi sociali.
Sephora aveva intrapreso un viaggio epico alla ricerca di un destino diverso, di una speranza per una vita migliore.
Era sbarcata il 19 settembre senza documenti, senza parenti, ma con la sua preziosa, futura bambina.
Il suo corpo riposa nell'obitorio, senza che si sappia se potrà mai essere riportato nella sua terra natale.
La storia di Sephora è come quella di tanti fantasmi, esseri invisibili alla ricerca di un posto migliore.
La forza che ha avuto per affrontare un viaggio così lungo e pericoloso (incinta) la dice lungo sulla retorica frase "Stessero a casa loro!" e ci ricorda la tenacia e la determinazione di chi cerca una vita dignitosa, nonostante le sfide che si trovano lungo il cammino.
(A. Battantier, Memorie di un amore, Art by Stephen Stadif)
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