Stringimi madre, ho molto peccato, ma la vita è un suicidio, l'amore un rogo.
Passo le notti a sceglier le carte che giocherei, a maledire certe domande che forse era meglio non farsi mai.
E voglio un pensiero superficiale che renda la pelle splendida, senza un finale che faccia male, coi cuori sporchi e le mani lavate a salvarmi.
Vieni a salvarmi, bacia il colpevole se dice la verità.
(Manuele Agnelli, Giorgio Prette, Xabier Iriondo Gemmi)
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NON C'È POESIA IN UNA PELLE PERFETTA (c'è nel graffio, nella cicatrice, nel sangue secco sotto le unghie)
Un pensiero superficiale per sopravvivere è un’armatura fatta d’aria.
La vita è sporca, la pelle che splende è un lusso.
Non c'è poesia in una pelle perfetta, c'è nel graffio, nella cicatrice, nel sangue secco sotto le unghie.
La superficialità è un gioco, un gioco per non cedere alla responsabilità del vivere, che fa paura solo a nominarla questa responsabilità.
È come il volto di una donna che conosco, ride mentre nasconde un dolore.
È leggerezza, pesante come il piombo.
Tu chiami leggerezza ciò che è fuga. Io dico che quando passi le notti a scegliere le carte da giocare, stai già perdendo.
Il gioco è fatto per i coraggiosi.
Giocare è vivere; scegliere troppo è già un morire.
La follia, l'amore, il rogo.
Tutto questo è psiche, è anima.
E l'anima non cerca salvezza, ma verità.
E la verità non ti lava le mani, le riempie, di cenere, di argilla, di sangue.
Non scappare.
Certo, il desiderio di salvarsi è umano, chi non lo prova?
Chi non vorrebbe una carezza, qualcuno che ci stringa stringa e lavi il peccato?
Eppure, salvare i cuori sporchi con mani lavate è una menzogna.
La verità nasce nello sporco.
Vieni a salvarmi, dici, ma chi salverà il colpevole?
La sincerità brucia più del rogo, ma è l’unico balsamo.
Il tradimento del silenzio è peggiore di ogni risposta.
La sincerità non ha odore. L’amore, invece, ha quello del fumo, delle ceneri di un rogo appena spento.
Chi ama non ha mani pulite.
E non dovrebbe averle.
Eppure, il buio che temi, quel finale che fa male, è dove nascondi il vero.
Scappare non ti renderà la libertà.
Ti vincolerà alla menzogna del pensiero superficiale. Non vuoi il dolore? E allora non vuoi vivere.
Così torniamo al punto di partenza, il rogo, il suicidio, il peccato.
La vita una sfida al dolore che non possiamo vincere, ma a cui dobbiamo partecipare.
Il problema non è la superficialità o la responsabilità.
Non è il gioco né la passione.
Il problema è che cerchi una via di fuga.
Una pelle splendida non si ottiene evitando la profondità, ma abbracciandola.
La superficialità è una maschera, e una maschera è sempre un peso, mai una leggerezza.
Guardati, non per salvarmi o salvarti.
Guardati per capire che non c’è nulla da salvare, perché nulla è perduto.
Non c’è un colpevole, non c’è verità, non c’è un pensiero perfetto.
Solo l’essere, così com’è, nudo sotto il rogo.
E questo è tutto ciò che esiste.
(A. Battantier, Memorie di una canzone, Memorie di un amore, Scimmietta, Vuvu, Bebe, Mimì, 1/25)
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