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VOGLIO UNA PELLE SPLENDIDA

Stringimi madre, ho molto peccato, ma la vita è un suicidio, l'amore un rogo.

Passo le notti a sceglier le carte che giocherei, a maledire certe domande che forse era meglio non farsi mai.

E voglio un pensiero superficiale che renda la pelle splendida, senza un finale che faccia male, coi cuori sporchi e le mani lavate a salvarmi.

Vieni a salvarmi, bacia il colpevole se dice la verità.

(Manuele Agnelli, Giorgio Prette, Xabier Iriondo Gemmi)

***
NON C'È POESIA IN UNA PELLE PERFETTA (c'è nel graffio, nella cicatrice, nel sangue secco sotto le unghie)

Un pensiero superficiale per sopravvivere è un’armatura fatta d’aria.

La vita è sporca, la pelle che splende è un lusso. 
Non c'è poesia in una pelle perfetta, c'è nel graffio, nella cicatrice, nel sangue secco sotto le unghie.

La superficialità è un gioco, un gioco per non cedere alla responsabilità del vivere, che fa paura solo a nominarla questa responsabilità.

È come il volto di una donna che conosco, ride mentre nasconde un dolore. 
È leggerezza, pesante come il piombo.  

Tu chiami leggerezza ciò che è fuga. Io dico che quando passi le notti a scegliere le carte da giocare, stai già perdendo. 
Il gioco è fatto per i coraggiosi. 
Giocare è vivere; scegliere troppo è già un morire.

La follia, l'amore, il rogo. 
Tutto questo è psiche, è anima. 
E l'anima non cerca salvezza, ma verità. 
E la verità non ti lava le mani, le riempie, di cenere, di argilla, di sangue. 
Non scappare.  

Certo, il desiderio di salvarsi è umano, chi non lo prova? 
Chi non vorrebbe una carezza, qualcuno che ci stringa stringa e lavi il peccato? 

Eppure, salvare i cuori sporchi con mani lavate è una menzogna. 
La verità nasce nello sporco.

Vieni a salvarmi, dici, ma chi salverà il colpevole? 
La sincerità brucia più del rogo, ma è l’unico balsamo. 
Il tradimento del silenzio è peggiore di ogni risposta.

La sincerità non ha odore. L’amore, invece, ha quello del fumo, delle ceneri di un rogo appena spento. 
Chi ama non ha mani pulite. 
E non dovrebbe averle.

Eppure, il buio che temi, quel finale che fa male, è dove nascondi il vero. 
Scappare non ti renderà la libertà. 
Ti vincolerà alla menzogna del pensiero superficiale. Non vuoi il dolore? E allora non vuoi vivere.  

Così torniamo al punto di partenza, il rogo, il suicidio, il peccato. 
La vita una sfida al dolore che non possiamo vincere, ma a cui dobbiamo partecipare.

Il problema non è la superficialità o la responsabilità. 
Non è il gioco né la passione. 
Il problema è che cerchi una via di fuga. 
Una pelle splendida non si ottiene evitando la profondità, ma abbracciandola. 
La superficialità è una maschera, e una maschera è sempre un peso, mai una leggerezza. 
Guardati, non per salvarmi o salvarti. 
Guardati per capire che non c’è nulla da salvare, perché nulla è perduto. 
Non c’è un colpevole, non c’è verità, non c’è un pensiero perfetto. 
Solo l’essere, così com’è, nudo sotto il rogo. 
E questo è tutto ciò che esiste.

(A. Battantier, Memorie di una canzone, Memorie di un amore, Scimmietta, Vuvu, Bebe, Mimì, 1/25)

#memoriediunamore 
#memoriediunacanzone 
#MIPLab 
#afterhours

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