L’ALTRA FACCIA DEL DÉJÀ VU: IL SEGNALE DIMENTICATO (l'importanza di leggere i segnali prima che diventino macerie)
C’è un fenomeno, sfuggente e silenzioso, che si manifesta come il negativo di un’immagine mai sviluppata. Non è il déjà vu, quel lampo di memoria che ci inganna facendoci credere di aver già vissuto un istante presente.
È l'opposto: il passato che ci raggiunge dal futuro, qualcosa rimasto muto per anni, fino al momento in cui, senza preavviso, si accende di senso.
Potremmo chiamarlo post-vu, il visto dopo.
Oppure rétro-illumination, la rivelazione tardiva di un evento che all’epoca sembrava insignificante, e che invece era una traccia, un indizio, un presagio.
C’era già tutto, come il destino scritto nelle linee del palmo prima ancora che le dita tocchino la vita.
Ma noi non abbiamo saputo leggerlo.
E poi un giorno accade. Camminiamo per strada, una folata di vento ci attraversa, e senza sapere perché, quel vento ha il sapore esatto di dieci anni fa.
La stessa inclinazione dell’aria, lo stesso taglio di luce.
E all’improvviso comprendiamo: quella sera d’agosto, quando una battuta ci fece ridere distrattamente, non era solo una battuta.
Era una crepa.
La crepa c’era già, ma la nostra mente era altrove, assorta nella sua voglia di credere che tutto fosse improvvisato, che nulla fosse scritto.
Eppure, come una sceneggiatura invisibile, il futuro lancia segnali che solo il tempo rende leggibili.
Il presente di oggi è il passato di domani, e ciò che oggi ignoriamo si farà profezia retroattiva in un futuro che ancora non sappiamo immaginare.
Ma quando accadrà, quando lo riconosceremo, sarà troppo tardi per cambiare il corso degli eventi.
Forse non è una condanna, ma un invito a guardare con occhi più attenti.
A leggere i segnali prima che diventino macerie.
A essere presenti, a decifrare le crepe nel tessuto della realtà, a riconoscere il vento prima che ritorni a soffiare con il suo carico di significati rimandati.
E se tutto questo fosse solo un’illusione?
Forse lo è.
Ma ogni vita si ripete almeno due volte: la prima quando la vivi, la seconda quando capisci che era già scritta.
E se davvero tutto fosse solo un miraggio, che almeno sia un’illustrazione che impariamo a riconoscere prima che sia troppo tardi.
(A. Battantier, Mip Lab, 1/25. Art by Stephen Stadif)
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