La morte di una persona cara è un terremoto che scuote le fondamenta del nostro essere. Non importa quanto ci prepariamo, quanto ci diciamo che è inevitabile, che fa parte della vita. Quando arriva, ci lascia nudi, fragili, smarriti. In quel vuoto dolore che tutto inghiotte, c’è qualcosa che ci ricorda chi siamo e cosa significa amare. Tentiamo di rassicurarci che la persona perduta non è veramente scomparsa, e l’amore donatoci continua a vivere in noi, come si dice ai bimbi: una stella che brilla nel cielo notturno, anche quando non la vediamo. Ma il dolore è sporco, viscerale, non c’è modo di pulirlo o addomesticarlo. Va vissuto, gridato, pianto fino in fondo, a bruciare la gola, a sorreggerti vivo. La mente è capace di trasformare un’assenza in una presenza costante, quasi ossessiva; cosa non si farebbe per non soccombere all'idea della morte, mostro che si nasconde nell’ombra, per ricordarci quanto sia preziosa la luce. La vita e la morte -maledizione, è dolo...
Uno spazio per storie da raccontare alla Persona che è in noi. Buona pace, Andrea Battantier. Psicologo, Fondatore e Master Trainer MIP (Modello Ideale di Persona), anche Skype. Sceneggiatore (Terapia con la scrittura). RIPRODUZIONE VIETATA ©