Passa ai contenuti principali

LA PAURA TI SPINGE A COSTRUIRE GABBIE (Diario di un ex alcolista)

"La paura ti spinge a costruire gabbie. Guardati, e smetti di temere ciò che vedi"  (Lao Bu-Shem)

***
La paura per me era il barista che versava veleno nel mio bicchiere. Il barista ero io, mi ubriacavo di paure in un carcere lo costruito da me, mattone dopo mattone, ogni volta fingevo di non riconoscermi nello specchio.  

È una gabbia viva, che si nutre delle trepidazioni. Apri gli occhi: il mostro sei tu. Ho impiegato 21 anni per capirlo.

Sopravvivere per me iniziò quando presi a guardare il buio senza tremare, ascoltando il silenzio. Passai del tempo in una clinica, la gabbia divenne una stanza vuota.  

All'inizio più scavi per uscire, più la fossa si allarga. Mi sono fermato. La libertà è un atto di resa.  

Io non ci credevo a queste cose dell'anima, ma poi ho capito che l’anima fabbrica prigioni per costringerti a incontrare i fantasmi. Solo loro possono aprirti la porta. Lo so, quando ne parlo mi prendono per matto.

Da un po' di tempo ho capito che non c’è chiave, né gabbia. C’è solo uno specchio infranto. C'è da guardare oltre i frammenti. E non c’è da temere.  

Osservo la mia gattina arrampicarsi nel mobile dove un tempo allineavo le bottiglie. Ora, sono vuote, impolverate, tombe dimenticate. 
Nia giocherella con un raggio di sole, acciambellandosi dove prima marciva il silenzio. 
Sorrido, sfiorando la polvere con uno sguardo che non brucia più. Quel mobile custodisce finalmente la vita.

(A. Battantier, Memorie di una dipendenza, Memorie di un amore, PM, 2/25)

#memoriediunadipendenza  
#memoriediunamore 
#MIPLab

Post popolari in questo blog

SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

IL SIGNIFICATO

"Tu decidi qual è il significato della tua vita. La gente parla del significato della vita, ma ci sono tanti significati di vite diverse e tu devi decidere quale vuoi che sia il tuo". (J. Campbell)

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in...

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e ...