Dio chi è? Un pallone gonfiato narcisista, almeno nella tradizione millenaria religiosa.
Dio manda se stesso a mettere incinta una donna affinché possa nascere se stesso, pregare se stesso, uccidere se stesso per sacrificare se stesso a se stesso in modo da poter perdonare i peccati che ha creato lui stesso per salvarci dall'inferno creato da se stesso per salvarci da se stesso.
Ma che è sta pagliacciata?Un'assurdità, un'intrinseca contraddizione di un dogma religioso.
Io capisco che l'essere umano abbia una tendenza innata a cercare significati e spiegazioni per ciò che non riesce a comprendere pienamente.
Epperò questa ricerca di significato spesso porta alla formazione di narrazioni mitiche e religiose che tentano di spiegare l'inesplicabile.
Quando queste narrazioni diventano contorte e contraddittorie, possono generare una dissonanza cognitiva.
La dissonanza cognitiva è uno stato di tensione interna che si verifica quando una persona detiene due o più credenze, valori o atteggiamenti in conflitto tra loro.
In questo caso, la credenza in un Dio onnipotente, onnisciente e benevolo che compie azioni apparentemente illogiche per il bene dell'umanità può creare un notevole stress psicologico. Me ne rendo conto.
La libertà di pensiero non si sottomette a dogmi irrazionali.
La libertà non è solo una questione politica o sociale, ma anche mentale ed esistenziale.
Ancora a 11/12 anni ponevo domande a preti, cercavo di capire.
Che meraviglia, con il mio amico Millo, le ore passate a disquisire, quell'atto di liberazione dall'obbligo di credere in narrazioni che non resistono alla prova della logica e della coerenza interna.
Don Lino continuava a dire: "È dogma, è dogma!". Ma vaffanculo te e il dogma!
L'emancipazione permette all'individuo di costruire il proprio sistema di valori e credenze basandosi sull'esperienza personale, la ragione e la scienza.
E poi c'è la responsabilità individuale.
Senza un'entità divina che controlla e giudica ogni azione umana, l'individuo diventa l'unico responsabile delle proprie azioni e delle loro conseguenze.
Questo porta a una visione del mondo in cui l'etica è costruita attraverso il consenso sociale e la riflessione personale, piuttosto che attraverso decreti divini.
La moralità, quindi, diventa un processo dinamico e evolutivo, adattabile ai cambiamenti delle circostanze e delle conoscenze umane.
Don Enrico ci parlava del concetto di creazione divina.
Ma se Dio ha creato tutto, incluse le condizioni per il peccato e l'inferno, allora la sua logica è auto contenuta e circolare.
In altre parole, Dio avrebbe creato sia il problema che la soluzione, rendendo l'intero processo privo di senso se visto da una prospettiva razionale.
Questo porta a un interrogativo filosofico fondamentale: se esiste un essere onnipotente e onnisciente, perché avrebbe bisogno di creare tali complicazioni per l'umanità?
E, soprattutto, perché avrebbe bisogno di sacrificare se stesso per risolvere un problema che lui stesso ha creato?
È bello valorizzare la vita umana in se stessa, senza necessità di giustificazioni trascendentali.
La vita diventa preziosa non perché è un dono divino, ma perché è l'unica vita che conosciamo, e ogni momento di esistenza è un'opportunità unica per sperimentare, crescere e contribuire al benessere collettivo ed alla Giustizia Sociale, qui in terra.
È bello promuovere un'etica basata sulla solidarietà, l'empatia e il rispetto reciproco, senza bisogno di riferimenti a entità sovrannaturali.
(A. Battantier, Memorie di una croce)
#memoriediunacroce