Galleggiavo sul mare in un silenzio infinito.
Il cielo, un vasto deserto azzurro punteggiato da una nuvola scura che si allontanava lentamente, portata via dal vento.
Non avrei voluto essere lì, aggrappato alla boa, eppure lì c'era, al momento, la salvezza.
La notte sarebbe arrivata presto, avvolgendo tutto in un manto di mistero.
Le ombre sotto l'acqua, così visibili alla luce del giorno, sarebbero scomparse, sostituite da nuove ombre, più minacciose, invisibili.
Il faro troppo lontano lanciava i suoi deboli segnali.
Non avrei potuto raggiungerlo, ne ero certo.
Ma c'era una cordicella, una sottile linea di speranza, che mi teneva legato alla boa.
Il vento portava con sé l'odore della salsedine, un richiamo primordiale che mi faceva sentire parte di qualcosa di più grande, l'amore e la morte abbracciati.
Non era il mare a farmi paura, ma ciò che rappresentava: l'immensità dell'esistenza, il mistero dell'essere, il continuo flusso della vita.
Toccava a me?
Aggrappato alla boa, sentii una strana forma di quiete scendere.
Un silenzio profondo che si estendeva oltre le onde, oltre il vento, oltre il cielo.
Vivere senza paura, l'avevo sempre desiderato, ora toccava a me.
Cosa rimane, pensai, dell'essenza che il mare e il tempo possono cancellare così facilmente?
Non ero pronto.
La salvezza non era nella terra ferma, né nel faro lontano.
Era dentro di me, dovevo essere presente, abbracciare il momento con tutto ciò che esso portava.
La mia boa.
Il mare poteva essere vasto, le ombre sotto l'acqua potevano essere minacciose, ma io ero lì, galleggiando, aggrappato alla boa, certo, non proprio in pace con me stesso, non ancora.
Dovevo provarci, il cielo si riempiva di stelle, il vento continuava a soffiare, la vita è un continuo naufragare, un perdersi e ritrovarsi, adesso era così, toccava a me fluttuare tra le onde.
C'era la boa, mica è facile trovare una boa così in alto mare.
Ero fortunato, una boa a cui aggrapparsi.
Poi, ricordi confusi, i sogni si spezzano contro la spuma del mare, cielo grigio, nuvola scura, e la quiete pervade e lascia andare, galleggia senza angoscia il pensiero tranquillo senza speranza.
Eppure non avrei voluto essere che lì, aggrappato alla boa, il mondo che si dissolve senza preavviso, la notte, l'ombra delle acque fredde e dense, l'ignoto, una corda che stringo, una boa che mi tiene, il mare mi culla e tradisce, la notte mi porta dove la luce del faro non può arrivare.
(A. Battantier, 2003)
#memoriediunamore
#MIPLab