C'era una volta, tanto tempo fa, a Roma, una ragazza coraggiosa e ribelle, Clelia.
Un giorno, i Romani si trovarono in difficoltà contro un re potente, Porsenna.
Per cercare di fare pace, i Romani decisero di inviare alcuni ostaggi a Porsenna, e tra questi c'era anche Clelia.
Clelia, nonostante fosse molto giovane, aveva un cuore pieno di coraggio e un grande senso della giustizia.
Non poteva sopportare l'idea di essere prigioniera e, soprattutto, voleva salvare le altre ragazze romane che erano ostaggi come lei.
Una notte Clelia riuscì a sfuggire alla sorveglianza dei soldati e, con un gruppo di altre ragazze, si gettò nel fiume Tevere.
Il Tevere era un fiume largo e con correnti forti, ma Clelia non si lasciò scoraggiare.
Nuotò con tutta la sua forza, guidando le altre ragazze verso la libertà.
Dopo una traversata faticosa e pericolosa, Clelia e le sue compagne riuscirono a raggiungere la riva romana del fiume.
La loro fuga fu un atto di straordinario coraggio e determinazione.
Quando il re Porsenna scoprì la fuga, fu dapprima furioso.
Epperò, quando seppe dell'incredibile azione, ne fu così impressionato che decise di non punirla e come segno di rispetto, la lasciò libera insieme a tutte le altre ragazze romane.
Clelia tornò a Roma accolta come un'eroina.
I Romani la ammirarono profondamente e il suo nome divenne sinonimo di coraggio e amore per la libertà.
La sua storia ci insegna che, anche in situazioni molto difficili, il coraggio e la determinazione possono fare la differenza.
Clelia non solo salvò se stessa, ma anche le sue compagne, dimostrando che l'azione di una singola persona può avere salvare la vita degli altri.
Questa storia ci ricorda l'importanza del coraggio e della solidarietà.
Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo fare la differenza. Clelia ci insegna a non arrenderci mai di fronte alle difficoltà e a lottare per ciò che è giusto, sia per noi stessi che per gli altri.
(A. Battantier, Memorie di un bambino, 2024, Niccolò Reconforto, 10 anni)
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507 a.C., Porsenna, alleato dei Tarquini e ricevette Clelia come ostaggio dai romani, insieme ad altre ragazze, al termine dell'assedio di Roma.
Clelia fuggì dal campo etrusco con uno stratagemma: gli etruschi portavano i cavalli al fiume, lei si mischiò ad essi e attraversò il Tevere a nuoto per tornare a Roma, nonostante le frecce etrusche. Porsenna pretese la sua restituzione e fu accontentato, ma, ammirandone il coraggio, la liberò.
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Illustrazione, Clelia passa il Tevere, dipinto di Rubens al Louvre di Parigi. Pieter Paul Rubens. Bottega di Pieter Paul Rubens. Già attribuito a Abraham van Diepenbeeck. Già attribuito a Jacob Jordaens.
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