C'è l'esistenza materiale, quella che ti inghiotte in un vortice incessante di desideri e ambizioni superficiali.
È c'è dentro come una fiammella, quel nucleo schiacciato sotto il peso delle nostre stesse creazioni artefatte guidate da altri che non vogliono il nostro bene.
Dentro, nel profondo di ognuno di noi, c’è un richiamo alla coscienza e quando parliamo di utopia, ci riferiamo a un luogo ideale che sembra irraggiungibile, e chi aspira a questo è spesso considerato inguaribile ottimista, o un coglione.
Epperò, l'utopia non è un luogo fisico, ma uno stato d'essere, una condizione mentale che aspira a un'esistenza diversa.
Viviamo in un inguardabile mondo, afflitto da conflitti, ingiustizie e una crisi ecologica senza precedenti.
All'alba mi prende a pensare che il cambiamento non è solo una speranza vana; è una necessità impellente che non possiamo permetterci di lasciare andare.
I nostri figli ci guardano, e se hanno smesso di farlo è anche perché non abbiamo fatto ancora abbastanza per dimostrare loro che un altro mondo è possibile.
La vita è quella cosa che puoi ancora fare a immagine e somiglianza del tuo cuore, un'opportunità per riorientare le nostre priorità e le nostre azioni verso ciò che conta davvero.
Qualcosa da fare si trova sempre, anche nei momenti più bui.
Fare significa agire con consapevolezza e intenzione, alimentare quella scintilla mattutina che può far ripartire l’idea del cambiamento.
Continuare a credere nell’amore, nella giustizia, non possiamo mollare, la lotta per un mondo migliore non è solo una questione di speranza, ma di responsabilità verso i nostri figli, verso noi stessi.
Un giorno, potresti trovarti a riflettere su questa scintilla che ha dato inizio a nuova consapevolezza.
La pace dentro e la pace sociale sono due facce della stessa medaglia, serve un po' di coraggio per alzarsi, per noi stessi e per chi sarà dopo di noi.
(A. Battantier. Memorie di un amore, Art by Stephen Stadif, Utopia)
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