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IL GRAN TEATRO DEI SAPIENTI CHE TUTTO SANNO (contro quelli che ci dicono "è così!", e quelli che ci credono perché l'hanno visto alla tv)

Viviamo in un’epoca di omologazione e conformismo, dove pensiamo di sapere tutto. Ci ingozziamo di informazioni spazzatura, ingurgitiamo dati come se fossero merda secca dentro zucchero filato. 

E cosa ne ricaviamo? Noia. Una noia sterile, opprimente, che ci avvolge come nebbia insidiosa.

Anche presunzione, naturalmente. Forse sarebbe il caso di fermarci un attimo e guardare il mondo con occhi diversi. 

Siamo immersi in un mondo di simulacri, dove la realtà viene sostituita da rappresentazioni e immagini iperreali. 

Forse, quello che pensiamo di sapere è solo un'illusione che alternativamente ci assilla e ci conforta, ma sempre e comunque ci imprigiona.

E se ci concedessimo una tregua da questa frenesia di sapere tutto imboccati da chi vuole imporre ciò che pensiamo di sapere? 

Del resto il controllo dell’informazione e della conoscenza è uno degli strumenti più potenti nelle mani delle élite per mantenere lo status quo. 

Se provassimo a vedere il mondo e l'altro con la mente sgombra da pregiudizi e presunzioni di sapere?

Non è facile, lo so. Siamo così abituati a giudicare, a chiuderci nelle nostre certezze che la sola idea di mettere in discussione le nostre convinzioni ci terrorizza. 

La superficialità è diventata la norma, impedendo un pur minimo pensiero critico. 

Epperò, è proprio in questa sfida che risiede la conoscenza.
Non nelle risposte pronte di cui ci nutriamo fin da piccoli, ma nelle domande irrisolte.

Provare a vivere con questo atteggiamento richiede coraggio. Richiede la volontà di aprirsi all'ignoto, di dare una possibilità al mistero, all'incertezza, alla complessità.

Non è così che si invecchia anzitempo? Chiudersi in un mondo di certezze statiche, rinunciando allo stupore, alla meraviglia?

È una morte per asfissia spirituale. 
La libertà implica la capacità di essere critici e di mettere in discussione le proprie convinzioni.

La presunzione, la semplificazione, portano a questo desiderio morboso di controllare tutto e tutto sfugge.

Questo controllo è un'illusione che ci priva della nostra umanità.

Tornare all'esperienza vissuta, al contatto con l'altro, avendo il coraggio di mettere in discussione ciò che pensiamo di sapere. 

Non è facile, ma è possibile. 
Vale la pena di provare.


(A. Battantier)

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