Mi sarei anche rotta di lasciar decidere agli altri come devo sentirmi.
E mica sono una marionetta nelle mani di chi mi circonda!
Tutto dicono "è per il tuo bene!", ma vorrei essere io a dirlo.
Mia madre è sempre ansiosa, sempre preoccupata per tutto. Mi sento soffocare sotto il peso delle sue ansie. Vorrebbe che io fossi esattamente come è lei, ma io non voglio.
Certe volte mi lascio influenzare, mi sento triste o agitata, solo perché lei è così, ma ora mi sto rendendo conto che non devo permetterlo.
I suoi timori non possono essere i miei. Io ho altri sogni, altri desideri, e non voglio che il suo modo di vedere il mondo soffochi il mio.
Io voglio vedere la vita con i miei occhi, non attraverso le sue paure.
Poi c’è papà.
Lui è silenzioso, distaccato.
Lavora tanto e tutto lo lascia indifferente...sembra.
Mi chiedo se gli importi davvero di quello che faccio o di come mi sento.
Quando era più piccola, forse, era diverso, ma ora sembra che niente riesca a smuoverlo.
Mi fa male, a volte, vedere come sembra non accorgersi di nessuno, ma devo ricordarmi che il suo distacco non può determinare la mia felicità.
Non posso passare la vita cercando di ottenere un sorriso, un gesto d’approvazione da parte sua.
Devo imparare a sorridere per me stessa, a sentirmi completa e soddisfatta anche se lui non riesce a dimostrarmi il suo affetto nel modo in cui lo desidero.
E poi c’è stato Ale, che io chiamo Alex perché ormai è il mio ex.
Per carità, mi faceva sentire amata, ma allo stesso tempo mi faceva sentire piccola. Con lui, io non ero mai abbastanza.
Mi criticava per i miei sogni, diceva che erano stupidi, irrealizzabili.
E io, avevo iniziato a credergli.
Ma ora mi rendo conto che stavo permettendo a qualcun altro di decidere cosa fosse giusto o sbagliato per me.
Ho lasciato che le sue parole crescessero fino a soffocare i miei sogni.
Ma i sogni sono ancora vivi, nascosti, ma vivi.
E ora ho deciso di riportarli alla luce.
Infine, c’è Sara, la mia amica. Lei è sempre stata così sicura di sé, così determinata.
A volte la sua sicurezza mi faceva sentire insicura.
Se lei non era d’accordo con qualcosa che dicevo o facevo, mi sentivo subito inadeguata, come se il mio pensiero fosse sbagliato solo perché lei non lo condivideva.
Ma ora sto iniziando a capire che non è così. Sara ha le sue opinioni, ma anche io ho le mie, e nessuna delle due deve annullare l’altra.
Voglio imparare a credere di più in me stessa, a non dubitare delle mie scelte solo perché qualcun altro non le approva.
Ho deciso di seguire il mio sogno di lavorare con i bambini all’estero. Non importa se mamma è preoccupata, se papà non sembra interessato, se Andrea pensava che fosse una follia, o se Sara non capisce "Ma resta a Napoli così stiamo sempre insieme!").
È il mio sogno, il mio progetto, la mia vita. Voglio essere io a decidere come sentirmi, voglio essere io a costruire il mio destino.
La mia felicità dipende da me, dalle mie scelte, dai miei sogni.
Non dagli altri. Non sono egoista ma, parafrasando Emily Dickinson, voglio impedire al cuore mio di spezzarsi, desidero alleviare il dolore della vita, calmare la mia sofferenza, per meglio aiutare esseri viventi in difficoltà; ma se non sto bene io come posso aiutare gli altri?
***
Se posso impedire a un cuore di spezzarsi,
non avrò vissuto invano;
se posso alleviare il dolore di una vita,
o calmare una sofferenza,
o aiutare un pettirosso stanco a tornare al suo nido,
non avrò vissuto invano.
(Emily Dickinson)
(A. Battantier, Memorie di un amore, Memorie di un'adolescente, 2024, Ale Pettirosso 05)
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