Anche se sapessi che la fine del mondo è per domani, io andrei ancora oggi a piantare un albero di mele. (Martin Lutero)
Le parole di Lutero risuonano come un richiamo all'essenza stessa dell'esistenza.
Uno dirà:
Che senso ha piantare un albero di mele, quando il mondo sta per finire?
Che significato possiamo attribuire a un gesto così apparentemente futile e folle, di fronte all'annichilimento totale?
Epperò, in quel gesto possiamo intravedere qualcosa di straordinario che sfugge ai limiti della ragione.
La nostra mente è abituata a cercare un senso in tutto ciò che facciamo; vogliamo credere che ogni nostra azione, ogni nostro pensiero, abbia una direzione, uno scopo.
Ma cosa succede quando il futuro cessa di esistere?
Quando il tempo si riduce a un singolo istante, privo di prospettiva, privo di domani?
È in quel momento che la natura della nostra umanità emerge, spogliata dalle illusioni del domani.
L'atto di piantare un albero di mele, sapendo che non ci sarà un domani per vederne i frutti, è un atto di puro amore e generosità.
È un gesto che non cerca ricompense, che non si cura delle conseguenze.
È un atto che esprime il significato del vivere nell'istante, senza preoccuparsi del futuro, senza aggrapparsi al passato.
È un atto che svela l'essenza del vivere con gli altri, per gli altri, anche se (chissà!?) quegli "altri" non avranno mai l'opportunità di beneficiare del nostro gesto.
Questa generosità disinteressata è il vero cuore dell'umanità.
Quando piantiamo un albero di mele alla vigilia della fine del mondo, stiamo affermando che l'amore, nel suo senso più puro, non ha bisogno di un significato per esistere.
Non è legato al tempo, esiste e basta, nel momento presente, nell'atto stesso.
Ma l'amore, la generosità, non sono forse sempre privi di senso, se cerchiamo di definirli attraverso la logica, attraverso le strutture del pensiero?
Esistono al di là del non-senso, al di là delle categorie che la mente costruisce per dare forma alla realtà.
Sono espressioni della vita stessa, che fioriscono indipendentemente dalle nostre interpretazioni, dai nostri significati.
Piantare un albero di mele, sapendo che la fine è imminente, è un atto che trascende il non-senso della vita.
È un riconoscimento del fatto che la bellezza, il significato, non risiede nel risultato finale, ma nel processo, nell'istante presente.
È un invito a vivere ogni momento come se fosse l'ultimo, con una pienezza di cuore, una consapevolezza che ogni gesto, ogni azione, ha valore intrinseco, indipendentemente dal contesto in cui si svolge.
Quando comprendiamo questo, quando ci liberiamo dalla tirannia del futuro e ci immergiamo nel presente, scopriamo che la nostra umanità non ha bisogno di giustificazioni.
Scopriamo che l'amore, la generosità, sono sufficienti in se stessi, e che vivere con gli altri, per gli altri, anche nell'ombra della fine, è l'unico vero significato che la vita ci offre.
In questo, il non-senso diventa il più grande dei sensi, e l'atto di piantare un albero di mele diventa il più grande gesto di amore possibile.
(A. Battantier, Mip Lab 5/24. Art by Stephen Stadif)
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Ho riscoperto il senso delle urgenze.
Un giorno vidi una tappa conclusiva del Tour de France.
Il ciclista Laurent Fignon, molto indietro in classifica e già "vecchio", andò in fuga,
senza alcuna ragione apparente.
Al traguardo gli chiesero perché lo avesse fatto.
Lui rispose:
‘Per bellezza’.
Ho cercato di non dimenticarlo perché i gesti che valgono davvero non conoscono calcolo. (Laura Morante)
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"Agire secondo coscienza per un principio morale, non perché ci aspettiamo una ricompensa in Paradiso". (Margherita Hack)
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