Descrivere la mia adolescenza è peggio che affrontare un mare in tempesta. A 17 anni mi sento impotente di fronte ai mostri dentro me.
La mia vita è stata una lotta, una battaglia contro la percezione di fragilità e precarietà che mi circondava. Dipende dai miei, ma non solo.
Epperò mica sono il solo ad avere dubbi, ansie e non riuscire a sapere chi sono.
Alcuni miei amici mangiano un sacco, io 3 anni fa avevo praticamente smesso di mangiare e infatti ora sono ancora magrissimo.
Mi ero chiuso, tranne gli amici del surf. Ma poi stiamo sempre soli in alto mare, e finalmente respiriamo, ognuno per i cazzi suoi.
A suicidarmi non ci ho quasi mai pensato, solo a volte, ma alcuni amici miei ci hanno pensato e una mia amica la devo consolare io una volta a settimana.
Da settembre la porto a surf con me. Lei mi dice che il pensiero del suicidio, una volta arrivato, non se ne va mai del tutto. È come un compagno oscuro con cui devi convivere, una presenza costante che si nasconde nell'ombra. Mi rendo conto che, nonostante tutto, il pensiero del suicidio è ciò che tiene in vita un ragazzo, anche se quel pensiero non passa mai. Dovremmo essere in grado di dire come stiamo davvero, senza paura del giudizio.
Ci sono le ombre oscure, e ci sentiamo impotenti con noi stessi epperò siamo meglio a cercare di aiutare gli altri, che strano eh?
Con i miei non parlo, loro sono stati stronzi tra loro, si sono fatti la guerra e quando impieghi tutto il giorno a litigare non hai tempo per capire cosa passano i bambini, e i bambini si sa, crescono in fretta, e non dimenticano.
Mamma dice "Non ti capisco", è una frase che sento spesso.
Ma è pure vero che noi adolescenti non vogliamo capire loro.
Gli altri non ci piacciono e noi ci facciamo schifo.
Tutto sembra un periodo di merda, è una tempesta senza fine. Epperò ho paura che quando passa, sarò già troppo vecchio per cambiare.
Ma poi, quando ho scoperto il surf, ho trovato un rifugio. Le onde mi fanno dimenticare i mostri.
Io cerco un equilibrio come quando sono in surf, ma la vita vera fa male mica è come il mare, le onde mi piacciono, starei le ore in mare anche d'inverno.
Stare in mare aperto, affrontare le onde, è il mio modo di cercare equilibrio.
L'adolescenza è come una tempesta in cui cerchi disperatamente un porto sicuro. Anzi, neanche lo voglio il porto sicuro, meglio la tempesta.
Non so cosa voglio, voglio trovare il mio equilibrio come quando sono in surf.
(A. Battantier, Memorie di un adolescente, 2023, Pier Paolo Tam Tam, 17 anni)
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