Efficienza! Innovazione!! Crescita infinita!!! Ottimizzare!!!! Così ci parlano di sostenibilità, di progresso, ma intanto le risorse si esauriscono, i cicli naturali si spezzano, e la vita perde il suo equilibrio.
La nostra società celebra la tecnologia, vede nell'innovazione la via verso un futuro migliore.
Eppure, troppo spesso questa “innovazione” diventa solo un pretesto per sostenere un’economia che si basa su un obiettivo insostenibile: la crescita illimitata.
Su un pianeta limitato, questo obiettivo è una contraddizione insormontabile.
Di fronte all’urgenza ecologica e sociale, efficienza e “tecnologia verde” si rivelano insufficienti, se non addirittura un inganno, perché promettono un domani più sostenibile ma, in realtà, alimentano solo un sistema produttivo che continua a divorare la Terra.
È il cosiddetto "paradosso di Jevons": migliorare l’efficienza, rendere i prodotti più accessibili e a basso impatto, può sembrare una soluzione, ma finisce solo per stimolare il desiderio di consumo.
Di fronte a tutto questo, si apre un'alternativa: la "decrescita felice".
Non significa rinunciare al benessere, ma ridefinirlo, capendo cosa serve davvero per vivere bene e in armonia con la Terra.
Questa filosofia propone di allontanarsi dall’idea che l’accumulo e la crescita siano l’unica strada per vivere bene.
Vivere con meno, consumare con misura, non significa vivere peggio, ma al contrario, trovare una nuova qualità, una serenità che si basa su relazioni genuine, su esperienze essenziali e su un rapporto rispettoso con il mondo naturale.
In questo quadro, le energie rinnovabili e le innovazioni ecologiche hanno un valore soltanto se diventano parte di una visione più ampia, in cui la riduzione del consumo e il rispetto per la vita siano priorità.
Se, invece, anche le tecnologie pulite vengono trasformate in merci, alimentando il consumo come qualunque altro prodotto, rischiamo di trovarci in una nuova trappola, in un circolo vizioso di sfruttamento e distruzione che non risolve ma peggiora la crisi ambientale.
La crisi del nostro tempo richiede una riflessione profonda sui nostri comportamenti e sulle nostre scelte.
Serve intraprendere una strada concreta per ridurre drasticamente il nostro impatto sul pianeta, abbracciando un'etica di rispetto per ogni forma di vita.
La liberazione animale è liberazione anche per l’uomo e per l’ambiente.
L'industria zootecnica rappresenta una delle principali cause di deforestazione, inquinamento delle acque, consumo di risorse, e produzione di gas serra.
Eliminare lo sfruttamento degli animali significa alleviare il carico che pesa sugli ecosistemi e sulla biodiversità, restituendo ai territori l'equilibrio e la vitalità di cui abbiamo bisogno per sopravvivere.
L'adozione di un'alimentazione e di uno stile di vita vegano non è solo una scelta personale, ma un potente strumento di cambiamento, che tocca temi etici, ambientali, e sociali.
Esiste anche un benessere non fondato sull'accumulo, ma sulla qualità, sull’empatia e sull'armonia con tutti gli esseri viventi.
Cambiare paradigma significa non solo adottare energie rinnovabili o tecnologie avanzate, ma soprattutto cambiare il nostro modo di pensare al benessere e alla felicità.
Non si tratta solo di aggiungere pannelli solari o piantare alberi per compensare le emissioni, ma di riorganizzare le nostre priorità, mettendo al centro la riduzione del consumo e il rispetto per i limiti del pianeta.
È possibile imparare a vivere non solo per noi stessi, ma in un equilibrio che riconosce il valore della vita in tutte le sue forme.
Questo cambiamento non è un semplice aggiustamento tecnico, ma una svolta culturale e sociale profonda.
Significa ridare valore alla semplicità, alla relazione, alla qualità del vivere.
Un benessere che non sia costruito sulla scia della distruzione, ma che cresca nel rispetto e nella coesistenza.
Il progresso, oggi, non è solo andare avanti, ma avere il coraggio di fermarsi, di ripensare le nostre scelte e di costruire un mondo dove ogni essere vivente abbia spazio per prosperare.
(A. Battantier, Memorie di un amore, Memorie di un animale, Millo Peg e le memorie della terra, Mip Lab, 2024. Illustrazione, Bruno Bozzetto)
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