LA TENSIONE TRA LA FIDUCIA E IL TRADIMENTO (Solo quelli a cui hai aperto il cuore possono pugnalarti davvero. La fragilità della fiducia. E l’illusione è tua, non della persona che ti ha tradito. Tu hai dato loro il potere di ferirti)
LA TENSIONE TRA LA FIDUCIA E IL TRADIMENTO (Solo quelli a cui hai aperto il cuore possono pugnalarti davvero. La fragilità della fiducia. E l’illusione è tua, non della persona che ti ha tradito. Tu hai dato loro il potere di ferirti)
Ci fidiamo perché abbiamo paura della solitudine, della realtà che ci stritola, e così diamo una fetta di noi stessi a qualcuno, pensando che ci restituiranno la stessa merce. Ma non funziona sempre così.
Le persone non sono costruite per mantenere promesse, per reggere il peso delle aspettative altrui. Prima o poi, capita, ti tradiscono. È inevitabile. E la cosa più schifosa è che solo quelli a cui hai aperto il cuore possono pugnalarti davvero. Gli altri non hanno quel potere.
Mi rendo conto che così si confondano due cose: l’attaccamento e la fiducia.
La fiducia sembra una sorta di contratto, un accordo che esige reciprocità. Ma la fiducia, la vera fiducia, non ha nulla a che fare con il controllo sugli altri. Non ha a che fare con l’aspettativa di essere trattati in un certo modo. Quando ti apri a qualcuno, non dovrebbe esserci paura di essere traditi, perché il tradimento è solo la conseguenza delle tue stesse aspettative, non una verità oggettiva.
Epperò è naturale aspettarsi qualcosa dagli altri. Non viviamo da soli, non siamo animelle che vagano senza meta. Se mi fido di qualcuno, è perché spero che non mi distrugga, che non faccia crollare il castello di sabbia che mi sono costruito.
Il tradimento, quello vero, è quando qualcuno calpesta tutto ciò che hai messo in gioco.
Non possiamo far finta che tutto sia un’illusione delle nostre aspettative. Eppure, il dolore che deriva dal tradimento non nasce dall’azione dell’altro, ma dalla tua dipendenza da quell’azione. Sei tu che hai creato quel castello di sabbia e sei tu che hai dato all’altro il potere di distruggerlo.
Se la tua fiducia non fosse condizionata dal bisogno, dall’attesa di qualcosa in cambio, non ci sarebbe tradimento. Ci sarebbe solo comprensione che l’altro agisce secondo la propria natura e sentimento, non secondo i tuoi desideri.
Cazzate vero? Forse. La gente agisce in base a ciò che si aspettano gli altri! È così che funziona la vita, è così che si fanno amicizie, relazioni, matrimoni, convivenze.
Qual è il confine tra fiducia e paura mascherata da fiducia? La seconda è la paura della solitudine, paura del rifiuto, paura di non essere amato.
Le persone costruiscono castelli di sabbia perché hanno bisogno di protezione, ma la protezione è una prigione.
Quando la tua felicità dipende da come gli altri si comportano, stai vivendo una vita di costante insicurezza.
Cos'è il tradimento? Una rottura delle tue illusioni? Ma l’illusione è tua, non della persona che ti ha tradito. Tu hai dato loro il potere di ferirti.
Siamo tutti legati da fili invisibili. Non possiamo far finta che ciò che facciamo, o che gli altri fanno, non ci tocchi. Se non possiamo fidarci di nessuno, allora a che serve vivere insieme, a che serve amare, a che serve tutto questo casino? Il tradimento è il prezzo che paghiamo per avere qualcuno accanto a noi. Forse è inevitabile, ma è parte del gioco, e fa schifo, ma senza il rischio del tradimento, tutto sarebbe vuoto.
Non sto dicendo di non vivere insieme agli altri o di non amare. Ma l’amore, la fiducia, non sono un affare da contrattare.
L’amore che ha paura del tradimento non è amore, è attaccamento. L’amore vero non può essere tradito, perché non cerca nulla in cambio.
Se ami qualcuno perché hai bisogno di sentirti sicuro, perché hai bisogno che ti confermi il tuo valore, allora quel sentimento è condizionato. E ciò che è condizionato inevitabilmente porta al tradimento, perché nessuno può soddisfare per sempre le tue aspettative.
Liberati dalle tue aspettative, e il tradimento non avrà più potere su di te.
Mi si obietterà che senza aspettative, senza un minimo di regole, siamo solo animelle che si guardano e si ignorano. A quel punto, che senso ha tutto questo? Viviamo nell’illusione? Forse sì. Ma è quell’illusione che ci tiene vivi, che ci dà qualcosa per cui lottare, anche se sappiamo che ci farà male, che ci distruggerà.
Il tradimento è parte della nostra condizione umana, parte di quel fottuto disastro che è la vita. E forse, proprio perché può accadere, la fiducia ha un valore.
Non perché sia indistruttibile, ma perché è fragile.
La fragilità della fiducia, il suo essere esposta al rischio di tradimento, è esattamente quello che dà senso alla vita per molti.
Ma non stiamo forse confondendo la fragilità con la paura? Io non parlo di vivere senza legame con gli altri, anzi, sostengo il contrario: un vero legame esiste solo quando non ci sono aspettative, quando non c'è paura di essere traditi.
Esiste una fiducia che si nutre di insicurezza, di bisogno, ma questa è una fiducia che non può sopravvivere a lungo. È destinata a crollare, come ogni castello di sabbia.
Allora, non è più saggio costruire qualcosa che non possa essere distrutto, perché non dipende dalle circostanze?
Certo, così si toglie il sapore alla vita, l'adrenalina. Senza la paura del crollo, senza il rischio, tutto diventa piatto. Le relazioni, l'amore, l'amicizia, non hanno valore proprio perché possono finire?
La tensione tra la fiducia e il tradimento è quello che rende tutto più vivo, più reale. Se ami qualcuno sapendo che non c'è alcuna garanzia, non è forse questo che lo rende speciale? Se non c'è rischio, non c'è brivido. Non puoi vivere come un robot, protetto da tutto e da tutti, in una bolla dove niente ti può toccare.
Ed io certo non sto suggerendo una vita in una bolla, priva di emozioni. Al contrario, una vita senza paura di essere traditi è una vita libera, intensa, piena di amore autentico.
Non stai amando per difenderti dalla solitudine, né per costruire barriere contro il dolore.
Sei lì, presente, vulnerabile, ma non schiavo di ciò che l’altro potrebbe o non potrebbe fare.
Quando non dipendi dall’altro per la tua felicità, allora puoi davvero amare, perché non hai bisogno di proteggerti, non hai bisogno di quella tensione continua che chiami “brivido”. È una falsa adrenalina, un’illusione che prima o poi ti tradisce.
Amaramente, in molti hanno constatato sulla propria pelle che la vulnerabilità è bella nei libri, nelle poesie, ma nella vita reale è un cazzo di massacro, un disastro.
Io dico che ci si difende, certo, si costruiscono armature, perché altrimenti finisci per essere dilaniato.
Epperò anche dentro l’armatura senti, vivi. Il tradimento ti fa male proprio perché ci tieni, proprio perché hai aperto qualcosa di tuo.
Non si può vivere senza rischiare, e ogni tanto le armature si spaccano, ma almeno sai di essere stato vivo per davvero.
Ma è proprio questo il punto. L’armatura che ti metti, il continuo prepararti al peggio, ti impedisce di vivere davvero. Non sei presente, non stai vivendo nel momento. Vivi nel passato delle tue paure o nel futuro delle tue aspettative.
Forse la vulnerabilità non va intesa come una resa al dolore, ma come una libertà totale di essere, senza paura, senza difese. La vera libertà è non avere armature, è sapere che anche se qualcuno ti tradisce, non può toccare ciò che è più profondo in te, perché tu non dipendi da quel tradimento per essere te stesso.
Certo, bello a dirsi, ma il mondo là fuori non funziona così. La gente ti tradisce, ti calpesta, ti usa, e non è perché tu sei dipendente da loro o dalle tue aspettative. È che è così che gira la vita. Anche chi non si aspetta niente, prima o poi prende un colpo basso. Le persone mentono, fanno promesse che non mantengono, e tu devi stare pronto. Non è questione di armatura, è questione di sopravvivenza. Si cade, ci si rompe, ma poi si beve, si scrive, si ride ancora. Si vive sapendo che la vita è sporca e il tradimento è solo uno dei tanti inciampi.
E se questa fosse sopravvivenza? È sufficiente? Non stai vivendo pienamente, stai solo resistendo, combattendo una battaglia continua. Forse è per questo che c'è chi è così attaccato all’idea del tradimento: è la scusa per non aprirsi completamente.
Ti tiene al sicuro, ti permette di rimanere distaccato, cinico, di non coinvolgerti troppo. Ma questo non è vivere, è esistere nella paura. Quando comprendi che nulla di ciò che l'altro fa può davvero toccare la tua essenza, allora puoi smettere di combattere e iniziare a vivere. Senza più paura di essere tradito, senza più bisogno di armature.
Il mio amico Millo diceva: "Di questi tempi, sopravvivere non è già abbastanza?"
Forse no, forse c'è di più, ma a volte sopravvivere è tutto quello che ci rimane.
È già tanto, in questo mondo. Siamo tutti danneggiati, in un modo o nell'altro.
Le persone che amiamo, quelle di cui ci fidiamo, sono le stesse che ci faranno più male. Non perché sempre lo vogliano (alle volte lo vogliono eccome), ma perché è così che va.
E sai che c'è? Va bene così. Non dobbiamo essere sempre così dannatamente puri.
Viviamo nelle crepe, nelle ferite, e sì, ci tradiamo a vicenda, ma in quelle fottute crepe c'è tutta la bellezza di questa disgraziata vita.
Tra l'altro le crepe possono esserci, è vero, ma non dobbiamo restare schiavi del dolore. Vivere nelle crepe...è una cosa da Bing...può sembrare poetico, ma c’è una libertà molto più grande che ti aspetta se smetti di legarti al tradimento come inevitabile.
Non dico che il dolore non esista, ma non deve essere il motore della tua vita.
La vita è disordinata, imperfetta, ma può esserci un ordine interiore, una chiarezza che ti libera dalle paure.
Forse alla fine non si tratta di fidarsi o non fidarsi degli altri, ma di liberarsi dalla necessità di doverlo fare.
(A. Battantier, Memorie di un amore, Mip Lab,10/24, Rm2)
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