Ho letto un libro zen, uno stava sempre lì a filosofeggiare sull'esistenza, sul vivere nel presente, ma che vuol dire davvero non rincorrere il domani?
Perché alla fine della giornata, non importa quanto ci sbattiamo a star qui e ora, quel domani arriva comunque, sbattendoci in faccia le sue pretese.
Il problema è che siamo troppo orgogliosi, troppo presi dalle nostre vite per renderci conto di ciò che davvero conta.
Le persone che abbiamo intorno, quelle poche che valgono qualcosa, le lasciamo scivolare via, come se ci fossero dovute per sempre.
Non onoriamo un bel niente. Non diamo un bacio in più a chi amiamo, non guardiamo mai davvero negli occhi chi ci sta accanto.
Sarà che vivo in un costante stato di ribellione e ho fastidio per la superficialità dell'esistenza.
Ma lo so che se perdiamo noi stessi, abbiamo perso tutto.
E qui non si tratta di correre dietro al domani, ma di comprendere l’essenza dell’oggi. Vivere oggi significa sentire ogni respiro, ogni emozione, anche il dolore, senza cercare di sfuggirgli con cazzate o rabbia.
Sarebbe da ricordare che le persone non sono solo delle comparse nel nostro dramma personale, sono l'altro, sia che siano amore o amicizia, sono parte della nostra umanità.
È che leggo troppe balle sulla consapevolezza, la vita è fatta di piccole cose, è vero, ma non sono i respiri o le emozioni che mi fanno andare avanti.
E se tutto mi scivola via, allora che mi resta?
L’orgoglio forse, la dignità, ma quella roba lì te la puoi anche dimenticare.
Perché quando sei solo, e parlo della solitudine vera, quella che ti si attacca alle ossa, tutte quelle belle parole sulla dignità e sul rispetto non contano più molto.
Epperò lo so che la solitudine ha un suo valore. Può insegnarti qualcosa, se solo ci si fermasse un attimo a guardarla negli occhi invece di cercare di scappare.
Siamo sempre così concentrati su noi stessi, sui nostri bisogni, ma l’altro non è lì per riempire i nostri vuoti. È lì per essere incontrato, per essere onorato.
Ecco perché non bisogna dare nulla per scontato, ma questo vale per tutto: per una giornata di sole, per un amico che ti ascolta, per il piccolo gesto di generosità che puoi fare verso chi ti ama.
Se perdiamo queste cose, se perdiamo il contatto con l'altro, allora cosa rimane?
So bene che dovrei onorare di più le persone importanti nella mia vita. Lo so che non bisogna dare nulla per scontato, ma la vita ti spinge a farlo.
Vai avanti, giorno dopo giorno, finisci per trascurare quello che conta davvero.
Magari pensi che domani ci sarà tempo per chiamare quel vecchio amico o per dire a una persona quanto la ami, ma il domani non arriva mai come lo immagini.
E quando finalmente ti svegli, sei già solo. La solitudine di cui si parla nei libri zen, è quella che dovrebbe insegnarti qualcosa?
Non mi ha insegnato altro che sono qui, da solo, e che qualcosa devo fare per cambiare quello che non va. Ma non si sa mica sempre bene cosa.
È che non è questione di fare qualcosa per riempire un vuoto. È una questione di essere. E questo essere non significa stagnare nella solitudine o affogare i sensi in piaceri temporanei.
Si tratta di vivere ogni momento, di riconoscere l’altro, di rispettare chi ti è accanto senza aspettare che sia il domani a farti capire il loro valore.
Dignità, orgoglio, rispetto, sono tutte parole che non hanno senso se non sai cosa significa essere umano.
Essere veramente in contatto con l'altro.
Non dare nulla per scontato, nemmeno il piccolo piacere che può rendere felice chi ami.
È in questi gesti semplici che si nasconde il significato del vivere.
Certo, ma è più facile a dirsi che a farsi. Perché quando lotti ogni giorno per non farti schiacciare dalla vita, l’ultimo dei tuoi pensieri è “vivere oggi”.
Ma forse dovrei ricordarmi di vivere oggi, e non rincorrere il domani. Il domani mi ha sempre fregato.
(A. Battantier, Pensieri sparsi, Mip Lab 2024)
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