LIE TO ME: IL LINGUAGGIO DEL CORPO E LA MIMICA FACCIALE (Quale gioco si nasconde dietro la menzogna? L'incapacità di essere veri, di vivere senza maschere)
Viviamo tutti in una rete di menzogne, costretti a mentire, a fingere, a nascondere ciò che sentiamo davvero. Il paradosso? Il corpo, quel traditore silenzioso, non mente mai. "He sees the truth. It's written all over our faces", recita la serie TV "Lie to me".
Lo diceva Ekman, lo confermano i suoi studi, i suoi anni di osservazione maniacale di quegli impercettibili movimenti facciali: le "microespressioni".
In meno di un secondo, una piega sul volto, una tensione dei muscoli intorno agli occhi, la bocca che si contrae. Il corpo parla mentre la bocca mente.
Siamo animali codardi, impegnati nel doppio gioco, nell'ambiguità e nell'ambivalenza.
Siamo tutti troppo codardi per dire sempre ogni cosa che ci passa per la testa?
Eppure il corpo lo fa.
Un sopracciglio che si solleva, una mano che trema. Non c'è scampo. Non possiamo davvero nasconderci, nonostante ci sforziamo di fingere.
La comunicazione non verbale -quella che passa attraverso la "cinesica", la "prossemica", la postura- è la verità grezza che la nostra mente cerca di coprire con la menzogna.
Ekman ci ha offerto un metodo per scoprire le menzogne: studiare il linguaggio del corpo e la mimica facciale. Ha scavato nella "psicologia" umana per comprendere il teatro delle nostre espressioni facciali, i segnali che rivelano il nostro stato interno.
Un sorriso che non arriva agli occhi, il lieve irrigidirsi delle labbra, o il tremore impercettibile di una palpebra.
Lo sapevate che esiste un muscolo sul viso che, attivato, rappresenta una specifica emozione? Si chiama "muscolo facciale", una rete di fibre che racconta storie al posto nostro, ci tradisce.
Ma non è solo la faccia a parlare. Il corpo è un campo di battaglia dove ogni gesto, ogni movimento è carico di significato.
Paul Ekman ha dimostrato l’universalità delle espressioni facciali. Le emozioni fondamentali -rabbia, tristezza, felicità, disgusto, paura, sorpresa- si esprimono allo stesso modo, ovunque nel mondo.
Un linguaggio comune, che si riflette nei nostri volti. Non puoi nasconderti, non importa dove tu sia.
Ma che cosa significa davvero vedere la verità? Quale gioco si nasconde dietro la menzogna?
L’abilità di capire le debolezze delle persone passa da lì, da quella tensione negli arti, da quella distanza che improvvisamente si riduce o aumenta, dalla vibrazione delle mani. L’arte della "semiotica" umana, un’interpretazione continua del corpo e della sua distanza dagli altri.
Siamo liberi? O siamo creature che nascondono e fingono, sempre sul filo della menzogna?
La "prossemica" racconta come ci muoviamo nello spazio, ma ancor di più come ci rapportiamo agli altri.
L’osservazione di queste dinamiche non ci porta solo a scoprire la menzogna, ma a capire che l’essenza della mente umana è in sé un campo di conflitto.
Fingiamo perché temiamo la verità. Ci muoviamo in modo contraddittorio perché non siamo in armonia con ciò che siamo.
Il riconoscimento delle microespressioni, lo studio della mimica facciale e del linguaggio del corpo, tutto questo è un riflesso della nostra incapacità di essere veri, di vivere senza maschere.
Perché siamo così occupati a nasconderci?
La scienza può analizzare, sezionare, codificare ogni muscolo che si muove, ma può la scienza davvero rivelare la verità su chi siamo? Può la scienza andare oltre la superficie, oltre la finzione?
Il dubbio è che ci si perda in una sterile dissezione, nel tentativo di spiegare tutto attraverso diagrammi, formule e regole.
La verità sfugge quando la si cerca con troppa insistenza, quando la si tenta di rinchiudere dentro a uno schema rigido.
Ciò che resta, alla fine, è l’ambiguità. Si può essere completamente trasparenti, totalmente sinceri?
Resta il fatto che, nonostante tutti i nostri sforzi di mascherare, il corpo ci tradisce.
La realtà è che non possiamo mai davvero mentire fino in fondo.
La nostra anima si manifesta (ahh...gli occhi!), che lo vogliamo o meno, in una serie di espressioni corporee, in particolare del viso.
Il problema non è tanto scoprire la menzogna negli altri, ma accettare che anche noi stessi siamo parte di quel gioco di illusioni, che la menzogna non è solo una condizione umana, ma un’espressione della paura e della fragilità.
La verità, quindi, non sta solo nello studio della cinesica, nella catalogazione delle espressioni, ma nel riconoscere l’inquietante ed imbarazzante realtà che alberga in noi.
(A. Battantier, Memorie di un film, Mip Lab, 10/24)
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