Ogni cazzata che faccio tu poi stai sempre a fianco a me. L’amore è aiutarsi a vicenda.
L’amore è strano: non è mai solo birrette e champagne e lenzuola fresche, o baci al tramonto. Ci sono i giorni bui, le stronzate amare e le strade piene di polvere che percorri da solo.
La solitudine della coppia è un lusso che pochi capiscono, e ancora meno sanno gestire.
Allora eccolo, quel qualcuno che torna e si siede accanto, quando hai fatto l’ennesima cazzata.
Rimane lì anche quando non avrebbe alcuna ragione per esserci.
Lo so, è facile immaginare l’amore come un mosaico ben ordinato, con i pezzi che si incastrano perfetti. Ma de che!?
L’amore non è altro che un gran casino, un puzzle incompleto con pezzi sparsi qua e là.
È come un paio di vecchie scarpe logore: scomode, forse, ma tremendamente familiari.
Qualcuno parla dell’amore come se fosse una specie di salvezza, di luce, ma l’amore è anche stare nelle tenebre insieme.
Non è solo tenersi per mano in riva al mare, ma è stare vicini nel fango, in silenzio, mentre la vita scivola via tra le dita.
Ho capito che quello che vale è la persona che rimane accanto a te, anche quando ogni cosa va a rotoli.
E non è che se ne sta lì perché sei una brava persona, o perché ti ama come nei romanzetti rosa.
No, è lì perché sa che sei un disastro e accetta di essere parte di quel disastro, di entrare a farne parte di aiutarlo insieme a te.
Mi ricordo una notte, seduto in un divano malandato di campagna. Mi sentivo svuotato, come se avessi lasciato a metà qualcosa di fondamentale, un pezzo di me rimasto indietro.
E lì c’era lei, seduta accanto a me senza dire niente, e mi guardava.
Non c’erano parole, una presenza muta. È quello che mi ha fatto capire che l’amore non è una questione di grandi gesti o di promesse esagerate.
L’amore è stare vicini anche quando non c’è niente da dire, niente da fare, solo restare lì e accettare il silenzio dell’altro. Io dico sempre: adesso è così.
E quando pensi che tutto sia andato a pezzi, lì trovi qualcuno che è disposto a raccogliere i frammenti con te, senza giudicarti per le scelte sbagliate o le strade perdute.
Uno che non sta lì per dirti “te l’avevo detto”, ma che sta lì, silenzioso, a ricordarti che, sì, sei un casino.
Un casino autentico, ma pur sempre un casino di qualcuno che ti accetta per quello che sei.
Non esiste amore senza compromessi, senza quel rendersi conto che entrambi avete scheletri che ballano tra le pareti della vostra storia.
C’è sempre qualcosa di rotto, qualcosa di irrimediabilmente rovinato, eppure si va avanti.
L’amore è anche sopportarsi, ridere delle debolezze dell’altro, non avere paura di mostrarle, perché sai che non ci sarà un giudizio feroce.
È un patto non detto, un contratto senza firme, in cui ci si promette di esserci, anche quando sarebbe più facile andarsene.
C’è una linea, un filo sottile che separa l’attrazione dalla resistenza.
E quando passi la vita a fare cazzate e c’è ancora qualcuno che ti regge la schiena, che ti sorregge come un vecchio muro in rovina, allora ti accorgi che quel qualcuno è l’unico pezzo di realtà che non si sgretola.
(A. Battantier, Memorie di un amore, Minù e Pollo, Mip Lab, 10/24)
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