Babbo Natale, tu vieni da un luogo lontano, come me e la mia famiglia. Da te è coperto di neve e luci, le case profumano di biscotti e fuoco acceso, le strade brillano di colori che sembrano stelle cadute sulla terra.
Da noi invece c'è solo sabbia e alle volte tanto fango e poi di nuovo sabbia.
Da noi la neve non arriva mai, la luce si spegne presto e la notte fa paura e dura di più.
Tu che arrivi con una slitta carica di doni, perché non ti fermi mai qui?
Forse perché non abbiamo camini?
O perché non abbiamo luci a indicarti la strada?
O forse, Babbo Natale, passi oltre perché da qui hai già preso tutto ciò che potevi?
Non voglio giocattoli, voglio solo che tu ascolti, che ti fermi per un momento, prima di correre via con le renne, e che guardi bene dove sei. Guarda gli alberi che non danno più frutti perché qualcuno li ha tagliati per farne tavoli dove altri mangeranno.
Guarda i fiumi che non sono più azzurri, ma scuri e pesanti e inquinati.
Guarda i campi che un tempo erano verdi, e oggi cresce solo la fame.
Qui, dove il sole brucia la pelle e le mani scavano nella terra per cercare qualcosa che forse non troveranno mai.
Tu vieni da quei paesi ricchi, ti sei mai chiesto da dove viene quella ricchezza?
Vieni a vedere le miniere dove le mani dei bambini cercano nelle pietre per tirare fuori quello che altri useranno per costruire i loro giocattoli nuovi.
Vieni a vedere i nostri mari, le navi grandi rubano tutto ciò che è rimasto.
Vieni a vedere le capanne che crollano con la pioggia sono fatte con le cacche di elefante.
Ogni giorno impariamo a giocare con quello che c’è: con le lattine vuote, con i pezzi di legno che il vento abbandona, con gli oggetti buttati.
Noi non abbiamo niente ma ci mettiamo la gioia.
Ma quando qualcuno ci prende anche quella poca felicità, cosa rimane?
Siamo invisibili, ma siamo qui. Io, e tanti altri bambini, che non hanno mai visto una slitta volare nel cielo, né un camino fumare d’inverno.
Se davvero esisti, Babbo Natale, se davvero senti le voci dei bambini, allora ti chiedo una cosa sola: non portarci più via niente. Lasciali stare, i nostri alberi, i nostri fiumi, la nostra terra. Lasciali stare, i nostri sogni, che ancora resistono anche se tutto intorno cade a pezzi. Non vogliamo più vedere navi che vengono a saccheggiare, né macchine che scavano nel profondo della terra.
Babbo Natale, dietro quel tuo sorriso, sai davvero cosa succede quando vai via?
Sai chi resta a pagare il prezzo dei regali che porti?
Forse un giorno capirai che un mondo felice non è fatto di cose, ma di occhi che si guardano senza paura, di mani che si stringono senza volersi rubare nulla.
(A. Battantier, Memorie di un bambino, Memorie di un amore, 12/2024, Hicham, 13 anni)
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