La piccola Maria Sole stringeva la mano del padre, le dita fredde nascoste nel guanto. Camminavano fianco a fianco, accanto alla fontana, su un pezzo di cartone umido, sedeva il solito signore degli accendini. Cappotto sdrucito, barbetta grigia, un bicchiere di carta davanti, vuoto.
Maria Sole si fermò, tirando la mano del padre. Lui fece una smorfia, poi, come se ricordasse qualcosa, infilò una mano in tasca e lasciò cadere una moneta nel bicchiere.
Maria Sole lo guardò, gli occhi pieni di quella trasparenza spietata che solo i bambini sanno avere: “Papà, perché hai dato i soldini a quel signore?”
Lui rise, una risata leggera: “Perché questi sono i giorni di Natale, tesoro.”
Maria Sole rimase immobile: “Ma noi passiamo qui da lui tutti i giorni dell’anno e tu gli dici sempre di spostarsi. Gli dici che non ti serve niente. Non gli hai mai dato niente prima.”
Il padre si fermò, guardandola come se avesse visto qualcosa che non capiva: “Maria Sole, non puoi capire… la vita è complicata, sai? A Natale…beh, a Natale le cose sono diverse.”
“Perché sono diverse? Il signore ha fame solo a Natale?” Era curiosa e ferma sulle gambe imperiose.
Il padre si abbassò, mettendosi alla sua altezza. Provò a sorridere, ma il sorriso si incrinò a metà strada: “A Natale si fanno dei gesti…ecco...per sentirsi più buoni.”
“Più buoni per chi? Per noi?” Maria Sole inclinò la testa, come faceva quando cercava di capire un problema di matematica.
Il padre non rispose subito. Si rialzò, cercando rifugio nel movimento, nella folla che continuava a camminare, indifferente. Ma Maria Sole non si muoveva. Il vento sembrava più freddo, eppure lei rimaneva lì, piantata come una piccola quercia.
Le sue parole lo avevano colpito, una dopo l’altra, come sassi lanciati contro una finestra. Lui cercò una scusa, una giustificazione, ma ogni frase che gli veniva in mente suonava vuota, una decorazione appesa a un albero che nessuno guardava davvero.
Alla fine, grattandosi meccanicamente la testa disse solo: “Non lo so, Maria Sole. Forse hai ragione.”
Camminarono in silenzio, ma il padre sentì ogni parola della figlia rimbalzargli dentro per giorni.
(A. Battantier, Memorie di un bambino, Memorie di un amore, 12/24, Mip Lab, MSB. Illustrazione di Fabio Magnasciutti)
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