Il termine "greedy jobs" (lavori avidi) è stato coniato dalla professoressa Claudia Goldin, Premio Nobel per l'economia nel 2021, nel suo libro "The Power of Having More".
Con questo termine, Goldin intende i lavori che richiedono un'elevata quantità di tempo e impegno, spesso a discapito della vita privata e familiare ("hanno scadenze molto stringate, occupano la vostra vita e non vi lasciano più andare").
I lavori avidi richiedono di essere completati in tempi molto brevi e di essere svolti in orari non tradizionali, come nei fine settimana o di notte.
Il lavoro di Goblin sui greedy jobs permette una riflessione sul senso del lavoro, sulla qualità in azienda, sulla qualità della vita e sul consumismo sostenibile.
Quando un lavoro avidamente ti toglie qualcosa?
Quando ti senti asciugare il tempo, l'energia, la spensieratezza. Questo tipo di lavoro può avere un impatto psicologico, causando stress, ansia, burnout e persino depressione.
Nella modalità greedy, l'individuo è alienato dal proprio lavoro, non vi trova più un senso, diventando una mera fonte di fatica e stress.
In questo caso, il lavoro non contribuisce alla realizzazione personale dell'individuo, ma anzi ne limita la libertà e la ricerca della felicità.
È fondamentale un cambio di mentalità da parte di capi e aziende. Il lavoro deve essere armonizzato con le altre sfere della vita: la famiglia, gli amici, il tempo libero, le altre passioni!
È necessario che le aziende definiscano pratiche, strumenti e norme che consentano di contrastare il lavoro greedy:
- La definizione di orari di lavoro chiari e definiti, insieme a una maggiore flessibilità nei tempi di lavoro, consentendo ai lavoratori di scegliere gli orari in cui svolgere le proprie mansioni.
- L'introduzione di politiche di work-life balance.
- La promozione di una cultura aziendale orientata al benessere dei dipendenti.
È importante, inoltre, che anche i lavoratori siano consapevoli dei propri diritti e delle proprie possibilità. I lavoratori devono essere in grado di dire no a richieste eccessive da parte dei capi e devono essere disposti a difendere i propri bisogni personali.
Il lavoro greedy ha un impatto negativo sulla giustizia sociale, penalizzando le donne e le persone con carichi di cura.
Goldin sostiene che i lavori avidi sono una delle cause principali della disuguaglianza di genere.
Le donne, infatti, sono più propense a svolgere lavori avidi, poiché spesso sono le prime a dover rinunciare al tempo libero per dedicarsi alle faccende domestiche e alla cura dei figli.
Serve un maggiore sostegno alle famiglie, fornendo ai lavoratori servizi di assistenza all'infanzia e alla cura degli anziani.
Quale sarà il futuro del lavoro? Spero che non sia più un'esperienza alienante, ma un'esperienza che contribuisca alla realizzazione personale dell'individuo e al benessere della società, promuovendo programmi di prevenzione e supporto.
Serve promuovere una cultura del lavoro equa e inclusiva, in modo da garantire le stesse opportunità a tutti.
P.S.
La Gen Z sta disperatamente cercando di dare un segnale in questa direzione, ma è necessario che tutti, capi, aziende e lavoratori, si uniscano per costruire un futuro del lavoro più sostenibile e più umano.
(A. Battantier, Mip Lab)
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