Passa ai contenuti principali

NON ERA PROPRIO SOLO

La piccola casetta di campagna era avvolta dal gelo. Un anziano si muoveva con lentezza, poggiandosi al bastone. Mise un legno nella stufa, poi si sedette davanti al fuoco, con le mani intrecciate sulle ginocchia. Malandato, con le spalle curve e le mani tremanti, aveva gli occhi tristi e capitava si perdesse in pensieri assorti. Si fermava in mezzo al fumo scuro della memoria dove il tempo non aveva confini. Scendeva da viaggi di sogni, morti che tornavano vivi a reclamare la loro parte per non essere stati capiti.

Poi si destò, udendo un qualche crepitio di scintilla, e si avviò a preparare la colazione: un po' di pane raffermo e un bicchiere di latte di riso, un caffè. Più tardi si sarebbe vestito e sarebbe uscito per la spesa.

Ad un tratto sentì un ronzio, una mosca gli volteggiava intorno. Si posò sul suo viso, sulla mano, sui capelli bianchi e radi. Provò a scacciarla con un fazzoletto ma lei riuscì a schivarlo.

Poco dopo l'insetto si posò sul naso. L'anziano la schizzò via con largo e goffo gesto del braccio ma presto tornò a volteggiare intorno al tavolo. Irritato, l'uomo prese un giornale e iniziò a sventolarlo cercando di colpirla, la inseguì per tutta la casa ma la mosca era veloce.

La mosca riuscì ad evitare la carta più volte, poi fu colpita e cadde a terra. L'anziano la guardò con soddisfazione, tuttavia la mosca si riprese e si dileguò ma presto le ali di quella mosca insistente tornarono a vibrare nell'aria. Aveva scelto proprio quella casa come rifugio; l'uomo la scacciava ma lei era tenace e continuava a tornare.

Sfinito, non sapendo più cosa fare, decise di ignorare quell'essere petulante.

I giorni passarono, l'uomo ormai si era abituato alla mosca, e anzi, la cercava quando per qualche ora non la vedeva. 

Una sera, che se ne stava seduto vicino al fuoco, la mosca si posò su di una lampada, cercando un po' di tepore. L'uomo la guardò e pensò che quello sarebbe stato il momento giusto per ucciderla. La mosca era immobile, intorpidita e sarebbe stato facile schiacciarla.

Si alzò e si avvicinò alla lampada. E la guardò. La guardò a lungo, aveva le alucce un poco stropicciate. La mosca si accorse di lui e lentamente si alzò in volo. L'anziano la guardò scomparire nel buio, e sorrise.

La solitudine può rendere preziose anche le compagnie più strane. Non era proprio solo.

(A. Battantier, Non era proprio solo, Mip Lab 2023, La solitudine. Art by Stephen Stadif, L'uomo senza una gamba)

#miplab

Post popolari in questo blog

SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e