SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA (Quando i mostri vengono fatti diventare gli operatori sanitari. Il Conflitto tra Salute Mentale, Responsabilità Individuale e Media)
Intricato è il labirinto delle colpe quando il tragico si svela, e troppo spesso la tentazione di incolpare lo psicologo o lo psichiatra si insinua come una scorciatoia comoda, evitando la riflessione sulla deresponsabilizzazione facile e comune.
Nel contesto della salute mentale, la bacchetta magica è assente, così come la sfera di cristallo che potrebbe rivelare le risposte anticipatamente.
Deresponsabilizzare è un'articolata strategia per sfuggire alle proprie responsabilità, attribuendo la colpa a individui specifici.
Tuttavia, questa risposta svela la paura che affiora quando si riconosce l'oscurità potenziale in ogni individuo.
La comprensione di dinamiche complesse richiede competenze specializzate, riservate a coloro che possono decodificare gli animi umani.
Psicologia e psichiatria convergono nella loro missione di sostenere e trattare, ma mai di sostituire la scelta e la responsabilità individuale.
I media, tuttavia, spesso dipingono i crimini più efferati come manifestazioni di malattia mentale, anche senza informazioni sufficienti per formulare ipotesi diagnostiche concrete.
Il binomio crimine-follia offre un'attrazione perturbante, fornendo un'illusione di sicurezza classificando certi individui come "pericolosi" da evitare.
Tuttavia, alla fine del processo, molti di questi individui dimostrano piena capacità di intendere e volere.
L'equazione tra patologia e perdita di libero arbitrio è dannosa; alimenta diffidenza attorno ai pazienti psichiatrici e impone agli operatori della salute mentale la responsabilità di prevenire reati prima che si verifichino.
La patologia, sebbene possa privare delle scelte, non può essere un alibi per l'assenza di responsabilità individuale.
Il nocciolo del problema emerge nel fare diagnosi senza una visita al paziente. Nei talk show televisivi, spesso, si assiste a persone qualunque sparare diagnosi senza aver mai colloquiato con il soggetto.
Il confine tra intrattenimento e professione si offusca, semplificando e discreditando il lavoro dei colleghi.
Facile è stare dalla parte dell'accusatore, ma è cruciale ricordare che la responsabilità di un reato appartiene sempre all'individuo, indipendentemente dalle sue condizioni psichiche.
(A.Battantier, Mip Lab)
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