Prendiamo due situazioni molto diverse, ma che condividono un elemento fondamentale: il tema della vita e della morte.
Indy Gregory, era una bambina affetta da una grave malattia genetica degenerativa, i genitori avevano chiesto che le venissero sospesi i trattamenti vitali.
La Corte inglese, in questo caso, ha ritenuto che la sospensione dei trattamenti fosse nell'interesse del minore, in quanto avrebbe evitato inutili sofferenze.
Per inciso, su Indy Gregory la Chiesa ha dichiarato "È in cielo, Dio la sta curando". Dio ci poteva pensare prima.
Sibilla Barbieri, donna malata terminale di tumore, ha richiesto di poter accedere all'eutanasia, ma la sua richiesta è stata respinta perché non rientrava nelle categorie previste dalla legge italiana.
Barbieri si è recata in Svizzera (l'eutanasia è legale) per poter morire in maniera dignitosa.
Queste due notizie ci portano a riflettere sul diritto all'eutanasia. Da un lato, c'è chi sostiene che la vita sia un valore sacro che va preservato ad ogni costo, anche quando la malattia porta a una condizione di sofferenza insostenibile. Dall'altro lato, c'è chi sostiene che ogni persona abbia il diritto di decidere come e quando morire, anche se ciò significa ricorrere all'eutanasia.
A mio parere, il diritto all'eutanasia è un diritto fondamentale che deve essere riconosciuto a ogni persona. La vita è un bene prezioso, ma non è un valore assoluto. La persona ha il diritto di scegliere come e quando morire, in base alla propria situazione e alle proprie convinzioni.
Nel caso di Indy Gregory, è evidente che la bambina non ha la possibilità di esprimere la propria volontà. In questo caso, i genitori devono decidere cosa sia meglio per lei. Tuttavia, è importante che la loro decisione sia basata sull'interesse del minore e non su pregiudizi o ideologie.
Nel caso di Sibilla Barbieri, la donna era perfettamente in grado di esprimere la propria volontà. Aveva scelto di morire in maniera dignitosa, per evitare di soffrire ulteriormente. La sua richiesta è stata respinta perché non rientrava nelle categorie previste dalla legge italiana. Tuttavia, questo non significa che la sua richiesta non fosse legittima.
La morte è una parte naturale della vita. Ognuno di noi, prima o poi, dovrà affrontare la morte. È importante che la morte possa avvenire in maniera dignitosa, senza inutili sofferenze.
L'eutanasia è un modo per garantire una morte dignitosa alle persone che soffrono in maniera insostenibile. È un atto di pietà e di amore verso sé stessi.
Il diritto all'eutanasia è un diritto che va riconosciuto a ogni persona, indipendentemente dalla propria età, condizione fisica o stato di salute. È un diritto che tutela l'autodeterminazione della persona e il suo diritto a morire in maniera dignitosa.
(A. Battantier)
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L'AMORE NELLA SCELTA DELL'EUTANASIA
"Il diniego all'eutanasia rappresenta una particolare forma di egoistica scaramanzia". (M. Thompson Nati)
Io sono già morto.
Chiedo il permesso di andare via.
La legge non lo consente.
Ma non posso aspettare che mi diciate voi
come morire ancora e ancora.
Credo sia giusto e vi dirò perché.
E' semplice, non voglio più morire ogni giorno in questa vita che vita non è.
Non mi sto arrendendo e avrò vinto,
Se potrò scegliere quando andare via.
I will die one day, crossing a high-speed road for heaven. Life is limited to my soul, you're not director of my life, and so, good bye. (A. Battantier, 2007)
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Le gerarchie cattoliche, in nome di fantasticherie religiose, sono contro l’eutanasia. Ma sono anche contrarie alla terapia che toglie il dolore.
Christopher Hitchens, nel suo documentario per ‘Channel 4’, mostra Madre Teresa che dice a un moribondo:
"Stai soffrendo come Cristo in croce, di sicuro Gesù ti sta baciando!".
E lui risponde:
"Per favore digli di smettere di baciarmi".