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BLACK FRIDAY: IL NON-CONSUMO È LA VERA RIVOLUZIONE

Mi piace questa immagine. Una madre che distrugge, con la semplicità di una battuta, il mito del risparmio durante il Black Friday, il trionfo del consumo sfrenato. Un’ideologia che ci tiene in pugno, spingendoci a desiderare ciò di cui non abbiamo bisogno.

Non è solo una questione di marketing o di sconti. Il Black Friday è una celebrazione della docilità. È il momento in cui le persone, convinte di essere libere, diventano gli ingranaggi più ubbidienti del sistema. Acquistano per sentirsi meglio, per riempire un vuoto che il consumismo stesso ha creato. Ed è un vuoto strategico, orchestrato da chi detiene il potere economico. 

Come dire: “Non ti basta ciò che hai. Ti serve di più. E te lo offriamo noi, a un prezzo che non potrai rifiutare.” Epperò poi nel letto non trovo la testa di un cavallo ma la testa tua.

In quel “non potrai rifiutare” c’è la trappola perfetta. La narrazione del Black Friday si regge su un bisogno artificiale, un’urgenza che non esiste. 

Ti dicono: “Solo oggi, solo ora!”. E così la gente si precipita nei negozi o sui siti web, disposta a farsi calpestare o a cliccare compulsivamente, come se ne andasse della propria sopravvivenza. 

Ma, alla fine, cosa ottengono? Una lavatrice nuova? Un televisore più grande? Il sistema li ha già vinti, prima ancora che aprano il portafoglio.

È il paradosso della libertà moderna in una società che esalta la scelta, prefabbricata.

Il vero risparmio, come suggerisce la madre nell’immagine, sarebbe non comprare nulla. Ma questo è un atto sovversivo, quasi eretico, perché metterebbe in discussione l’intero edificio del capitalismo. 

Non a caso, chi cerca di uscire da questa logica viene ridicolizzato o emarginato. 

Il non-consumo è la vera rivoluzione, ma è una rivoluzione silenziosa, difficile da vedere e, soprattutto, da vendere.

E c’è un altro aspetto inquietante: il Black Friday è diventato una sorta di rito collettivo, una liturgia del mercato. Le persone si preparano, fanno liste, si svegliano all’alba. È quasi religioso, ma al posto della trascendenza c’è Amazon. 

Non c’è riflessione, non c’è comunità. Solo individui isolati, ognuno davanti al proprio carrello virtuale.

E il capitalismo ringrazia. Perché più siamo soli, più siamo vulnerabili. Il Black Friday non è solo un giorno di sconti: è un promemoria del nostro isolamento. Un isolamento che si maschera da libertà. 

E mentre corriamo dietro all’ultimo gadget, dimentichiamo ciò che conta: relazioni, tempo, significato. 

Ma queste cose non si possono acquistare. Ed è per questo che il sistema le ignora. Non c’è profitto nella solidarietà.

In fondo, questa immagine è una piccola resistenza. Una madre che dice alla figlia: “Non farti ingannare.” Una voce che, per quanto ironica, suggerisce una via d’uscita. Forse non è molto, ma è un inizio.

(A. Battantier, Frammenti per l'apocalisse, 11/24)

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