Passa ai contenuti principali

QUANDO LE COSE NON SONO CASUALI. SEGNALI, COINCIDENZE, L'ARTE DI IMPROVVISARE E SPIAZZARE

La vita è una trama, invisibile agli occhi distratti. Ogni evento, ogni incontro, potrebbe essere un nodo su un filo che percorre distanze infinite, tessendo un disegno che a volte sfugge alla comprensione.

Vedo l’universo come un’opera teatrale assurda, il cui regista è il nostro inconscio: tutto ciò che ci accade è un segnale, una freccia lanciata dal nostro essere profondo. 

Il significato emerge quando l’osservatore smette di cercarlo, quando si dissolve nella presenza dell’“adesso”.

Alle volte le casualità, ciò che chiamiamo coincidenze, sono i riflessi del nostro movimento interiore proiettati sulla realtà. 

L'istinto ci parla attraverso luci intermittenti, guidandoci, a modo suo.

Lo ascoltiamo? Presi nella narrazione che la nostra mente scrive per giustificare ciò che ci accade, ci perdiamo il senso.

La vita non ha sempre bisogno di giustificazioni: è il gesto, il flusso, l’azione pura. 

La sua verità è nell’istante, non solo nelle storie che costruiamo intorno agli eventi.

Continuiamo a chiederci chi scrive il copione. Siamo noi.

È importante ridere degli errori, sfruttare il potenziale delle nostre debolezze, improvvisare, spiazzare noi stessi e gli altri.

Fondamentale è la presenza nell'azione, esserci per se stessi e per l'altro.

Ho smesso di chiedermi sempre perché le cose accadono: accadono e basta. 

Fa' di ogni gesto un atto sacro e leggero, al contempo profondissimo e giocoso. 

(A. Battantier, Memorie di un amore, Mip Lab, 11/24)

***
ES CHE RESTA PRIMORDIALE NONOSTANTE TUTTO

Lo sguardo sul mondo, 
le piccole cose osservate, specchio deforme di immagini interiori. 

Mostri, fantasmi, desideri. 

Non è matematica, 
il tempo distorto è poesia in movimento verso il nulla. 

Eppure, gioia nel viaggio e la fantasia ci perde in infinite scale a spirale. 

Se chiudi gli occhi 
il mondo fa da sfondo 
ai sogni. 

Seguivamo un noioso schema iniziale, del quale abbiamo fortunatamente perduto 
le tracce. 

E le impossibili forme di realtà, via via si trasformano in sfumate essenze del mondo. 

Nulla è impossibile. 
Prima o poi ce ne renderemo conto, 
nel mentre di un viaggio 
non ancora finito e, soprattutto, mai iniziato.


(Es che resta primordiale, nonostante tutto, A. Battantier, Omaggio ad Escher, 2014, MIP LAB 8)


***
Ciò che chiamiamo 
il nostro Io si comporta nella vita in modo essenzialmente passivo e noi veniamo vissuti da forze ignote e incontrollabili.
L’uomo è vissuto dall’Es.

(G. Groddeck, Il libro dell‘Es, Adelphi, 1966, pag. 14-15)


#memoriediunamore 
#groddeck
#stephenstadif 
#MIPLab 

Post popolari in questo blog

SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

IL SIGNIFICATO

"Tu decidi qual è il significato della tua vita. La gente parla del significato della vita, ma ci sono tanti significati di vite diverse e tu devi decidere quale vuoi che sia il tuo". (J. Campbell)

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in...

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e ...