OGGI COMPIO 16 ANNI (perché la vita non è né l’inizio né la fine, né un ponte tra due terre sconosciute. La vita è tutta qui, nella semplicità e nella pienezza dell’istante che stai vivendo)
Oggi compio sedici anni, non sono più una ragazzina, ma non sono nemmeno adulta.
Sto a metà di un ponte che unisce due terre, non so ancora bene quale delle due mi stia chiamando.
Sto a metà sospesa, tra un mondo che ho già abbandonato e uno che non conosco ancora.
Guardo avanti e vedo l'incertezza, mi volto indietro e la mia infanzia mi guarda ancora, c'è una casa che non posso più abitare ma che non ho mai lasciato.
Sento intorno solo un grande rumore, mi dicono che devi essere ambiziosa, che mi devo sforzare, impegnare, per realizzare i miei desideri, che a volte nemmeno comprendo.
Penso a mia nonna, magari pure io da vecchia, posso ritrovare la pace che sentivo da bambina, quella purezza di sguardo che non chiedeva nulla, che non voleva altro che il vivere quello che stavo facendo.
Temo i miei sogni perché ne temo il fallimento,
Alla mia età tutto sembra possibile, ma anche tutto appare confuso e inafferrabile.
Con le mie amiche desideriamo con impazienza ciò che non abbiamo, ma ci spaventa la possibilità di ottenerlo (a parte le cavolate, si capisce!).
Con Giada l'altro giorno ai giardini abbiamo parlato della morte, l’ombra che sembra così lontana, eppure la sento presente, anche se non dovrebbe toccarmi a quest’età.
Io lo so che tutto è fragile, anche quando ci sentiamo invincibili, come se il mondo non potesse toccarci, ma poi, all’improvviso, ci rendiamo conto che ogni cosa è destinata a svanire. Anche noi.
Che botta! E che paura!
E in quel momento, realizzi che la vita non è eterna, che tutto ciò che abbiamo – la nostra giovinezza, i nostri sogni, i nostri amori – non è altro che un qualcosa di temporaneo.
Vorrei fare una domanda a nonna:
Un vecchio, guardando indietro, può dire di aver trovato da qualche parte il senso della vita?
La verità è che la vita ci scivola tra le mani, e tutto quello che possiamo fare è viverla, assaporarla anche nei suoi momenti più assurdi e pazzi.
Alla fine ci ritroveremo bambini, con gli occhi limpidi di chi non ha più bisogno di cercare.
***
Cara Terry,
Leggo le tue parole e vi trovo un cuore che già si interroga, che già avverte il peso e la vastità della vita.
E questa domanda che ti poni, sulla giovinezza e sulla vecchiaia, sull’inizio e sulla fine, nasce da un bisogno profondo di comprendere, un bisogno che spesso nasce proprio quando ci si affaccia sulla soglia della vita adulta, quando si intuisce per la prima volta la possibilità di un sentiero unico e personale.
Ti senti sospesa tra il mondo che hai lasciato e quello che non conosci ancora.
Nella giovinezza abbiamo l’impulso di definire la nostra esistenza secondo il tempo, come un susseguirsi di tappe da percorrere, di traguardi da raggiungere.
Ma chiediti: questa vita è davvero una semplice progressione, un ponte da attraversare?
O potrebbe essere qualcosa di completamente diverso, di immenso e senza confini, presente interamente qui e ora?
Tendiamo a pensare alla vita come a un viaggio lineare, con un inizio e una fine, con la giovinezza e la vecchiaia come opposti.
Ma in realtà, questi concetti – giovinezza, vecchiaia, infanzia – sono costruzioni della mente, illusioni che ci costruiamo per dare un ordine a quello che non comprendiamo.
E ogni volta che dividiamo la vita in questi frammenti, la perdiamo di vista, perché la vita non è né l’inizio né la fine, né un ponte tra due terre sconosciute.
La vita è il movimento continuo che abbraccia ogni attimo, ogni istante. Non ha età. Non ha un tempo che la racchiuda.
Proviamo a immaginare il futuro come un mare, la morte, una lontana ombra. Ma perché affannarci a immaginare ciò che non conosciamo?
Perché portare il futuro o la fine nel presente?
Queste sono solo idee, proiezioni della mente che vive di passato e di futuro, ma non conosce la vastità dell’adesso.
E quando cominci a vedere che tutto ciò che siamo, tutto ciò che desideriamo o temiamo, è già qui – in questo preciso istante – allora capisci che non c’è niente da raggiungere, niente da conquistare.
La vita è tutta qui, nella semplicità e nella pienezza dell’istante che stai vivendo.
La bellezza è nel vedere ogni attimo per ciò che è: libero, fresco, nuovo.
Quando sei capace di vedere senza l'ansia di ottenere o di capire, di fissare o trattenere, allora la bellezza si rivela da sola, anche in ciò che è incerto e di breve durata.
Ecco, forse potresti provare a vivere senza affrettarti a trovare un significato.
Osserva la vita come un fluire che ti abbraccia, che ti include. Lascia che ogni momento si riveli per quello che è, senza etichettarlo, senza trattenerlo.
E osserva ciò che accade dentro di te: la mente vorrebbe definire, trattenere, comprendere, ma il cuore sa già che non c’è bisogno di tutto questo, è bello rimanere liberi dalle imposizioni del passato e dal peso del futuro.
Quando lasci andare l’idea che la vita debba essere compresa, trovi una pace che non dipende dal diventare, dall’essere qualcosa di particolare.
Trovi una libertà che è nel vivere semplicemente e pienamente ogni istante, con il candore che avevi da bambina e che, forse, ritroverai nella vecchiaia.
E magari scoprirai che in fondo, quel gran rumore di ambizioni e sforzi, non è mai stato realmente necessario.
La bellezza è nel vivere, senza confini, con la gioia pura e semplice dell’essere vivi.
Ti abbraccio
(A. Battantier, Memorie di un'adolescente, Mip Lab, 2024, Terry, 16 anni. Art by Stephen Stadif)
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