Dicono che, quando un topo è triste, non vuole più giocare o esplorare. Sta fermo in un angolo, con il mondo intorno a lui tutto grigio.
Io lo capisco, perché mi sento così quando i miei genitori litigano.
Non mi va di fare niente, nemmeno le cose che prima mi piacevano.
Dicono anche che, quando sei triste, non riesci a vedere le cose belle.
È come i miei occhiali sporchi: tutto sembra brutto e confuso.
È strano, perché le cose belle ci sono ancora, ma tu non le vedi.
Vedi solo quelle brutte, come le urla che arrivano dalla cucina o le porte che sbattono.
I topi non hanno voglia di annusare le cose buone, tipo l’odore di qualcosa che gli piace.
Pensano solo ai pericoli, a quello che li fa stare male. È come se il loro cervello decide che non vale più la pena essere felici.
Quando sei triste pensi che tutto sia brutto, anche quando non lo è davvero.
Perché facciamo così? Perché diamo troppo peso alle cose brutte e non vediamo quelle belle. Ci si dimentica di essere felici.
Forse è per questo che non riesco a smettere di pensare ai litigi, anche quando fuori c'è il sole o qualcuno prova a farmi ridere.
Bisogna trovare un modo per sistemare i cervelli tristi.
(A. Battantier, Memorie di un bambino, 11/24, Aleg, 11 anni. Art by Stephen Stadif)
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