C’era una volta un lupo che vagava nel bosco in cerca di qualcosa che neanche lui sapeva di preciso.
Gli mancava un calore dentro al petto, un sorriso che gli facesse brillare gli occhi. Cercava l’amore.
Il Lupo non era come gli altri animali immaginavano. Non era feroce né crudele.
Era solo e dolce, ma anche timido, così tanto che gli costava fatica avvicinarsi a qualcuno.
Ogni volta che provava a fare amicizia, gli animali scappavano via. Si erano tutti abituati a pensare al Lupo come una minaccia, un’ombra scura che li spaventava.
E così, un po’ alla volta, il Lupo aveva cominciato a sentirsi diverso, storto, e la sua solitudine si era fatta sempre più pesante.
Una notte, stanco e sconsolato, il Lupo alzò il muso al cielo e ululò alla luna. Auuuuuuuuvvvv!!!
La luna, bianca e lontana, sembrava ascoltarlo. Il Lupo pensò che forse lei, lassù, poteva comprendere la sua tristezza.
La luna lo guardava ogni notte, e lui le raccontava i suoi segreti più profondi. Si fidava di lei.
“Perché nessuno mi ama, o mia dolce luna?” chiese il Lupo. “Cosa c’è di sbagliato in me?”
La luna rimase in silenzio, ma quella notte, nel riflesso argentato di uno specchio d’acqua, il Lupo scorse qualcosa che non aveva mai visto prima: il suo stesso volto, con quegli occhi grandi e profondi, pieni di tristezza ma anche di dolcezza.
Fu come se vedesse per la prima volta chi era davvero.
E si rese conto che, forse, il primo passo per trovare amore era imparare a volersi bene, anche con quel naso lungo e le orecchie a punta che tanti trovavano strane.
Con il tempo, il Lupo imparò a camminare con più leggerezza, ad ascoltare i suoni del bosco e a rispettare ogni creatura, anche quella più piccola. Cominciò a parlare con gli animali senza cercare di impressionarli o intimidirli, ma ascoltandoli davvero. E pian piano, qualche animale, uno scoiattolo qui, un cerbiatto lì, cominciò a non avere più paura di lui.
Ma c’era ancora un vuoto nel cuore del Lupo. Desiderava qualcosa di più profondo.
Una notte, mentre parlava con la luna, apparve nel bosco una volpe dal pelo rosso come il fuoco. Era agile, sfuggente, e i suoi occhi brillavano di una luce misteriosa. La volpe non aveva paura del Lupo; al contrario, si avvicinò e lo guardò con curiosità.
“Chi sei tu, o lupo solitario?” gli chiese con voce dolce.
“Io… io sono un lupo che cerca qualcosa,” rispose lui timidamente. “Qualcosa che mi scaldi il cuore.”
La volpe sorrise e, senza aggiungere altro, lo invitò a seguirla. Camminarono insieme per molto tempo, parlando di tutto: di stelle, di vento, di sogni.
Il Lupo si sentiva compreso come mai prima, e il cuore gli batteva forte.
Ma una notte, senza avvisare, la volpe scomparve. Il Lupo la cercò ovunque, chiamandola nei luoghi dove erano stati insieme, chiedendo agli alberi, al vento, e persino alla luna se l’avessero vista. Ma nessuno rispose.
Il Lupo sentì il peso del tradimento come un’ombra, un dolore che gli scavava nel cuore.
Perché era sparita? Si era sbagliato a fidarsi? Aveva sperato troppo?
Tornò a sentirsi solo, e più che mai pensò di smettere di cercare l’amore, di arrendersi a quella solitudine che pareva il suo destino.
Passò molto tempo, e un giorno, mentre il Lupo riposava sotto un albero, sentì un rumore di passi leggeri. Aprì gli occhi e vide la volpe.
Sembrava diversa, più matura, ma i suoi occhi erano gli stessi. Si avvicinò e si sedette accanto a lui.
“Perdonami, caro Lupo,” disse lei. “Sono partita perché dovevo crescere, capire chi ero e cosa volevo davvero. Ma non ti ho mai dimenticato.”
Il Lupo la guardò, e per un attimo sentì il vecchio dolore tornare, ma si rese conto che dentro di lui era cambiato qualcosa.
Non era più il lupo insicuro di un tempo. Aveva imparato a vivere con se stesso, e questo gli aveva dato forza. La guardò e le sorrise.
“Capisco,” rispose con calma. “Anch’io ho imparato molto in tua assenza.”
Da quel giorno, il Lupo e la volpe continuarono il loro cammino insieme. Avevano imparato che l’amore non è qualcosa che si ottiene subito, e che a volte bisogna perdersi per poi ritrovarsi.
Sapevano che avrebbero potuto perdersi di nuovo, ma avevano anche capito che l’amore vero lascia sempre una traccia, come un sentiero invisibile che guida i cuori anche a distanza.
E ogni notte, quando la luna brillava alta, il Lupo e la volpe si fermavano a guardarla, come un antico segreto che li univa.
Perché il loro amore era diventato qualcosa di più grande di loro, un legame che avrebbe superato il tempo, gli errori, e le ferite.
Forse, pensava il Lupo, anche se la vita li avesse divisi in futuro, sarebbero stati comunque uniti.
Perché l’amore è un po’ come la luna: a volte lo si vede, a volte no, ma rimane sempre là, sospeso in cielo, eterno e splendente, per chi sa cercarlo con pazienza e rispetto.
(A. Battantier, Memorie di un amore, Memorie di un animale, Memorie di un bambino, Memorie di un adolescente, Mip Lab, 11/24. Illustrazione, Orianne Lallemand)
#memoriediunamore #memoriediunanimale
#memoriediunbambino
#memoriediunadolescente
#MIPLab
#oriannelallemand