"Tra la paura di morire e la paura di vivere, il desiderio di vivere e il desiderio di morire, passa il fiume dell'anima". (Lao Bu-Shem)
È difficile essere genitori quando si vede i propri figli crescere.
I figli rappresentano il nostro futuro, il riflesso dei nostri sogni, paure e aspirazioni.
Epperò si nasconde una paura profonda:
la paura che crescano e si allontanino.
Questa paura è intrisa di emozioni:
la gioia per le loro conquiste, la tristezza per la perdita di quel "piccolo" che un tempo erano (eravamo) e l'incertezza del loro cammino in un mondo incerto (che noi sappiamo bene).
Amore e timore, paralisi.
Siamo in grado di crescere insieme a loro?
L'essenza della crescita è nella sua costante trasformazione.
E questa trasformazione comporta la dolorosa elaborazione del lutto amoroso dell'infanzia.
Ma anche provare a riscoprire il senso di stupore e meraviglia che avevamo una volta.
L'abbiamo perduto?
E ritroviamolo.
Nel processo di crescita ci troviamo (ci piaccia o non ci piaccia) a dover affrontare distacchi inevitabili: distacchi da vecchie aspettative, da schemi di relazione superati e da una comprensione statica, abitudinaria, dei nostri figli.
Questi distacchi ci portano a riflettere sulla nostra identità di genitori, ci sfidano a vedere i nostri figli come individui unici, con i loro desideri e bisogni.
Cescere è un viaggio intrapreso insieme, genitori e figli si sfidano reciprocamente a crescere.
Non è un cammino lineare, è un percorso tortuoso che offre opportunità di apprendimento e di autenticità.
La sfida è provare ogni tanto a vedere il mondo attraverso i loro occhi, sorprendendoci delle loro prospettive.
In questo processo, possiamo sperimentare un "orgoglio ferito", il loro, il nostro; un orgoglio che si fonde con la tristezza di vederli volare via verso la loro faticosissima indipendenza.
C'è l'orgoglio (soddisfatto o ferito) per i risultati raggiunti, c'è il dolore di vedere la fine di un capitolo della nostra relazione con loro.
La bellezza della crescita è un'opportunità di connessione profonda con loro e di trasformazione insieme a loro.
I genitori viaggiano in instabile equilibrio tra le paure e i desideri, distacchi inevitabili, confronti con il tempo che passa; il viaggio può essere un percorso di crescita reciproca, di sorprese e stupore, ricordandoci che il nostro ruolo è quello di guidarli nel mondo, ma anche di imparare da loro lungo il cammino.
(A. Battantier, 5/2023, Mip Lab)
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