Molte mie amiche mi dicono che sono sempre arrabbiata e pessimista ma io non sono così anzi, mi ostino ogni mattino a voler credere ancora nel genere umano.
Epperò cerco di avere uno sguardo critico sulla società, sarò fessa ma mio padre e mia madre mi hanno insegnato un valore chiamato Solidarietà.
Molti ragazzi sensibili si sentono soli nel mondo perché sembra che la sensibilità non sia un valore e ti senti te la diversa, estranea alla società.
Come è stato possibile che una società moderna e avanzata abbia tutta questa indifferenza?
Ci siamo persi qualcosa lungo la strada dell'evoluzione?
Umanità dove sei?
Dappertutto vince la legge dello sfruttamento dell'altro, i più deboli soccombono sempre (vedi gli animali).
La sopraffazione va contro l'uguaglianza e la solidarietà e allora l'empatia resta una paroletta vuota da sventolare il giorno di Natale.
Io, ve lo giuro, voglio avere speranza, la mia sarà solo una speranza epperò ho convinzione che il riconoscimento e la valorizzazione della diversità siano fondamentali per avere tutti spazio nel mondo.
È chiaro che il mondo così ha regole fatte per non dare spazio a tutti, ecco perché fa male al cervello, ti arriva una scossa dolorosa quando provi a immaginare un mondo migliore e a lavorare per renderlo realtà, come se qualcuno di dicesse "Cazzo dici? Cazzo pensi?".
Chiusa nella mia stanza penso che nulla cambia.
Sembra sempre prevalere l'indifferenza ma io mi sveglio lo stesso con un pensiero che un altro mondo è possibile.
Parole, certo, potrebbero sembrare irrealistiche ma sono l'inizio del cambiamento.
E poi? Bè, poi sarebbe ora di riconoscere il valore di ogni individuo, promuovendo
l'uguaglianza e lavorando insieme verso un futuro.
Un altro mondo è possibile?
Mi ripeto questa domanda, cercando di trovare un briciolo di speranza nel caos che ci circonda.
Ma la realtà ha una crudezza tutta sua che fa male.
Chi ce lo fa fare di continuare a credere in un cambiamento quando tutto sembra sgretolarsi intorno a noi?
La solidarietà e l'uguaglianza si scontrano (e perdono sempre) con il cinismo di un mondo indifferente alle sofferenze altrui.
I miei amici sono lontani, il "carpe diem" è diventato un modo per dire "me ne frego", Martina mi ha detto:
"Tu hai ragione ma io mi devo difendere contro l'amarezza del mondo".
Mi prende lo sconforto e perdo la fiducia nell'idea che un altro mondo sia davvero possibile.
Magari è solo un momento, la disillusione passerà.
Ma la tristezza mi assale quando mi rendo conto che il mondo che vorremmo sembra sfuggirci sempre di più.
È difficile credere, è su questo che ci fregano, e allora finiamo per credere alle scemenze inutili.
È solo una speranza, mi dico, un pensiero fragile, un modo per dire che, nonostante tutte le difficoltà, possiamo ancora lottare per un mondo migliore, perché credere, anche quando sembra impossibile, è ciò che ci rende umani.
(A. Battantier, Memorie di un'adolescente, 2023, Xenobia GM, 16 anni)
#memoriediunadolescente