Resto ancora oggi incuriosito dal patriottismo militante che arriva alla fervente pretesa di superiorità di una nazione nei confronti delle altre.
La patria, quell'invenzione che permette di gestire e canalizzare meglio il potere e l'ordine costituito.
La patria, permettetemi lo scetticismo di fronte a questa convenzione presa così terribilmente sul serio.
Io vedo la mia patria e non è altro che il vasto mondo che ci ospita.
Non ho bisogno di mappe per sentirmi radicato, né di bandiere sventolanti per riconoscere i miei compagni.
L'identità di patria è un'illusione, una di quelle trappole mentali che ci impediscono di spiccare il volo oltre le barriere delle nazioni.
Le nazioni si contendono il campo da gioco chiamato Terra, litigano per confini invisibili e inscenano spettacoli di autorità che spesso sfociano in tragedie.
Cosa c'è di così eccezionale nella frammentazione del mondo in frammenti etichettati con nomi diversi?
Ecco perché la mia patria è il mondo.
Penso a Imagine di John Lennon.
Immaginate un mondo senza confini da difendere o rivalità da alimentare.
Un mondo in cui le culture si intrecciano come fili di un tessuto multicolore anziché cercare di soffocarsi a vicenda.
C'è chi continua ad innalzare bandiere diffondendo odio
e chi preferisce provare ad amare il mondo nella sua interezza.
La mia patria è il mondo nell'abbraccio dell'umanità senza confini, nella comprensione e nell'amore per ogni essere vivente.
(A. Battantier, 2023)