Le ferite dell'anima sono fratture invisibili scavate nel profondo.
Ogni giorno ci ritroviamo a lottare con il peso del passato, cercando di nascondere i segni.
Il "kintsukuroi" è l'arte giapponese di guarire le ferite attraverso la bellezza delle crepe riparate con materiali preziosi.
Forse le ferite dell'anima non devono essere nascoste. L'oro viene usato per mettere in risalto le crepe invece di nasconderle.
È un invito a vedere la bellezza nella fragilità e nell'esperienza vissuta.
L'arte di guarire le ferite dell'anima richiede pazienza, dobbiamo concederci il tempo di guarire.
Non possiamo affrettare il processo, potranno le ferite trasformarsi in qualcosa di prezioso?
Le ferite dell'anima non scompaiono completamente, possono essere trasformate in fonti di forza e saggezza.
Le esperienze difficili ci rendono più consapevoli e compassionevoli verso noi stessi (e chissà, pure verso gli altri).
Le nostre imperfezioni sono ciò che ci rende unici.
Quando sento il dolore delle mie ferite emotive cerco di ricordare che posso trasformarle in qualcosa di bello, cerco di vedere l'opportunità di crescita e trasformazione in ogni crepa dell'anima. Non è facile, questo ormai lo so.
La guarigione non è una linea retta. Ci sono momenti in cui mi sento andare indietro ma ricordo che ogni passo è parte del percorso.
Ogni giorno che passa, sento che le mie ferite si trasformano in qualcos'altro.
Bello? Brutto? Adesso è così.
C'era una volta una persona che ha vissuto, ha lottato, forse ha imparato.
Le ferite dell'anima sono diventate parte integrante di me, provo ogni giorno ad abbracciare la mia interezza.
L'essenza può nascere anche dalla sofferenza.
(A. Battantier, Kintsukuroi, 2002, mip lab)
#memoriediunamore
#MIPLab