Mica è sempre vero che una coppia si forma tra due individui.
In questi ultimi 2 anni in coppia avevo scoperto la solitudine.
Sia chiaro, in coppia ho provato forti emozioni e ho messo totalmente a "nudo" le mie fragilità individuali. Io, solo io, lui è rimasto "vestito".
La comunicazione è il filo conduttore che tiene unita una coppia, epperò nel nostro caso si è rivelata un terreno fertile per l'insorgere di nodi emotivi difficili da sciogliere.
Ci siamo trovati di fronte a paradossi in cui la vicinanza generava desiderio di libertà, e la dipendenza coesisteva (specie nell'ultimo periodo) con il bisogno di indipendenza.
La solitudine era diventata un elemento centrale nella nostra storia.
Abbiamo vissuto momenti di isolamento: due televisori vicini, ore e ore di smartphone sul divano a pochi centimetri, sguardi ai muri pur di non guardarci negli occhi).
Ho capito che la solitudine non doveva essere evitata, ma piuttosto affrontata come una sfida per l'elaborazione delle nostre (e poi mie) emozioni.
Il legame non è maturato ma almeno ho provato umilmente a compensare con una crescita personale.
In futuro cercherò un nuovo tipo di comunicazione aperta e onesta, cercherò di affrontare i nodi emotivi, di superare le dipendenze e scoprire nuovi equilibri nella relazione.
Ma non ora. Sarà un'estate di riflessione, 1 mese in Islanda, da sola.
La fine della mia storia d'amore è stata un momento delicato. Non sempre si capisce (me compresa) che la fine di una coppia può anche rappresentare l'inizio di un nuovo percorso di crescita individuale.
La separazione può essere vista come un'opportunità per imparare ad acquisire nuove consapevolezze su noi stessi e sugli altri.
Magra consolazione? Adesso è così.
(A. Battantier, Memorie di un amore, Nathalie, 2023, 34 anni. Art by Stephen Stadif)
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