Passa ai contenuti principali

LA VERSIONE MIGLIORATA DI OGNI GIORNO CHE PASSA

"Quando ti dicono che sei cambiata, vogliono solo dire che non sei più come fa comodo a loro".

Ho deciso di mettere giù qualche pensiero  perché è successa una cosa strana l'altro giorno. 
Sai, quando ti dicono che sei cambiata, ma in realtà vogliono dire che non sei più troppo comoda per loro. 
Oh sì, che delusione che vi ho dato, scusate se ho smesso di essere una vestitino su misura secondo i vostri piani!
All'inizio non capisci, infatti ci sono rimasta male. 
Pensavo di essere l'ultima e unica sua amica. Sbagliato! Forse vado bene solo finché dura la novità.
Ci metti tempo a capire che qualcosa è cambiato. 
È come rincorrere il vento, bello ma ad un tratto ti fermi e dici: basta vento, continua da solo.
È che io idealizzo le persone come fossero super eroi da fumetto.
Ma ho imparato una lezione: errore mio, non sto più piangendo. No, signore. 
La vita va avanti, come il treno di Cesano delle 7:15 che se non mi sbrigo mi perdo.
Ed io non ho voglio di restare in stazione.
Ecco il mio proposito prima di entrare in doccia:
Quando ti dicono che sei cambiata, sorridi e poi voltati e prosegui per la tua strada, indossando la tua persona come fosse il vestito più bello (e pazzo) del mondo. 
La vita è troppo breve per perdere tempo con chi non ti accoglie e ti abbraccia e ti coccola e ti parla e ti ascolta.
Non importa quanto cambio,
io sarò sempre una versione migliorata di ogni giorno che passa.
Scusa lo sfogo ma alle volte serve una ricarica di fiducia.

(A. Battantier, Memorie di un'adolescente, Memorie di un amore, 2018, Bita, 16 anni)

#memoriediunamore 
#memoriediunadolescente 
#MIPLab 
#battantier 
#andreagiovannibattantier 

Post popolari in questo blog

SPESSO IL PUNTO DEBOLE DI UNA PERSONA È SEMPLICEMENTE UN'ALTRA PERSONA

"Ci piaccia o non ci piaccia, l'Altro ha un altro Altro. Talvolta giungiamo a vederlo, ma ci vogliamo illudere che sia sempre lo stesso.  E invece è l'Altro dello Stesso.  Ma lo Stesso non è più lo stesso.  È anche qualcos'altro: l'Altro.  Questo vale anche per noi, ci piaccia o non ci piaccia". (M. Thompson Nati, Paradoxes of ego,1995) "Tu hai ciò che sei.  L'essere si può modificare.  Non farti portare dai tuoi sogni.  Conduci i tuoi sogni alla realtà del tuo essere" (Lao Bu Shem)

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO

LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE

CHI TROPPO MOLTO NULLA NIENTE. "Che poi è il problema mio. Io voglio tanto troppo e alla fine non ottengo nulla. Forse dovrei accontentarmi, ma non nel senso del rassegnato. Bu, non so. Forse quello che ho mi dovrebbe bastare per darmi la carica per andare avanti senza soffrire per quello che non ho. Insomma me sò incartato. Voglio dire, dovrei usare quello che ho per andare avanti, altrimenti resto sempre a mani vuote, con questo senso di lamentela e di tristezza che mi assale perché non ho le cose, perché non ho raggiunto me stesso. Ma me stesso eccolo, son io, son qua. Ho  problemi con il concetto di fallimento, perché tante volte mi sono trovato ad intraprendere dei percorsi. Per poi finire nei burroni del fancazzismo, nelle selve delle indecisioni perenni. Non mi ero mai chiesto però quanto dipendesse da me, e dalle mie posizioni iniziali, ovvero volere la luna senza neanche essere sceso dal letto. Vuoi qualcosa? Inizia a trovare le ciabatte, inizia a vestirti, in

Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio

(Dedicato a mio padre e al papà di Antonio Leotti) Me ne sono andato pensando all'errore di lasciare solo mio padre, Antonio Gennaro Battantier, nato a San Casciano dei Bagni, agricoltore, uomo retto e gran lavoratore. Ho cercato per anni la perfezione, seminando errori, che poi ho coltivato, cucinato e mangiato. Mio padre da me si aspettava ben altri raccolti. Mi chiamo Andrea Giovanni Battantier, psicologo in un Consultorio, e sono ossessionato da mio padre, che un bel giorno lascia tutto in campagna e si mette a cercarmi, finendo barbone. E' stata mia la colpa? Io me ne partii per rinascere uomo. Lui per morire da bambino che non fu. Mio padre che non mi parlava, e mi scriveva belle lettere con la sua penna antica. Io leggevo quei pesanti fogli e sì, mi commuovevo, ma mai una volta poi trovai il coraggio di rispondere. Io parlavo bla bla bla, e lui scriveva ccccccccccc. Io un bel giorno lo trovai sulla panca del mio Consultorio, con la barba e quel suo essere ormai sperso e