I miei genitori invecchiano e, sia chiaro, anch'io. Proprio per questo quando varco la soglia della loro casa, il dolore nascosto emerge; non riesco a stare rilassata. In quei muri non c'è solo il richiamo dell'infanzia ma anche l'ombra di confronti irrisolti.
Discutere con mia madre e mio padre è come un disco rotto che si ripete, proprio nel pezzo con sottotoni di frustrazione.
La pazienza mi abbandona, eppure io lo so, il perdono è un filo sottile che tiene insieme la storia di questa complicata relazione quarantennale.
Epperò mi dispiace, lo capisco questa storia del perdono ma non riesco.
E mi sento una molla, li guardo e dico: "Ma perché?". Quel tono, quei modi, sono schegge che feriscono.
Trattano ancora una donna di quarant'anni come se fosse una bimba smarrita bisognosa di lezioni.
L'età li ha resi rigidi e l'autorità si appiglia alle loro parole e mi sento soffocare dai rampicanti avvizziti della loro pretesa, incontrovertibile verità.
Guardo il riflesso di loro in me; ho paura, paura di somigliare troppo a loro, di ripetere schemi che vorrei spezzare.
E se già stessi camminando sulla loro strada?
Turbata mi guardo dentro, scavo tra i pensieri, dubbi, timori.
Le radici di questa dinamica sono profonde, nascoste nella foresta della memoria. Eppure so che non posso e non voglio combattere contro i mulini a vento.
Posso solo cercare di trovare la mia voce, tra i rumori delle vecchie convinzioni che non cedono mai.
I miei offrono affettuosamente il loro sostegno.
Ma sento lo schiacciamento del petto, quella pesantezza di mia madre che borbotta ininterrottamente, ancorata nel passato, a quando ero piccola.
Rischio di seguire lo stesso corso?
Sarà questa la mia eredità per le mie figlie?
L'amore incondizionato dei genitori è un dono prezioso, ma non può essere l'unico ingrediente.
Basta un pizzico di dolcezza, una spruzzata di elasticità. Forse mi serve un nuovo piano: Lasciarli fare, anche se sembra andare contro la mia voglia patetica di rivalsa e ribellione.
Siamo noi, i figli cresciuti, il cambiamento che portiamo, la coscienza che si è evoluta (forse).
Resta il fatto che sono alla quinta sigaretta e mi trovo con quei grumi dentro, impastati con il passato, ostacoli che voglio superare.
La ricerca di equilibrio tra gratitudine e autonomia è un cammino tortuoso e, ironia, lo ripeto sempre a mia figlia.
So che c'è in me un desiderio di (ri)definire il mio modo di essere genitore, di fare meglio, di imparare dagli errori passati (compresi i miei genitori).
Nel gioco delle età cerco il ancora il mio posto.
(A. Battantier, Memorie di un amore, 2023, Sole Fralmas)