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UN ALTRO MONDO POSSIBILE

Si parlava con un amico caro, forse il mio migliore amico.
Esiste la possibilità di un altro mondo possibile?
Spesso riflettiamo sul consumismo e sulla società in cui viviamo.
Penso ai giovani paralizzati da opposti estremismi, loro avrebbero un ruolo importante ma non sempre lo sanno.
Dovremmo cercare alternative al consumismo sfrenato, indirizzando le energie verso progetti creativi e sostenibili. 
Un mondo in cui ci siano meno cose materiali ma più relazioni umane e contatti con la natura.
Il mio amico, sorridendo, mi ha dato dell'idealista utopista.
Sarà, ma i ragazzi almeno?
La generazione del futuro potrebbe fare la differenza? Forse, se fossero consapevoli delle loro scelte e cercassero poi di portare avanti un messaggio di cambiamento. 
Forse un altro mondo più sostenibile e giusto potrebbe essere possibile, quanto meno sognato.
Come stiamo vivendo?
Cosa possiamo fare per creare un futuro migliore?
Il mio pragmatico amico mi dice: 
"Noi non siamo i protagonisti della storia, siamo mere comparse. Chi comanda ha il potere di rendere il mondo un posto migliore per noi e per le generazioni future".
Il mondo sembra avviato verso una deriva auto-distruttiva.  
Questa sensazione di immobilismo mi logora e può essere opprimente, perché non provare a fare la differenza? 
Comparsa o non comparsa, ognuno ha il potere di contribuire nel proprio piccolo per migliorare la situazione. 
Un piccolo gesto di gentilezza, una scelta responsabile, un impegno per l'ambiente possono avere un impatto significativo quando moltiplicati dall'azione di molti. 
Va fatto per le generazioni a venire (se ci sbrighiamo).

(A. Battantier)

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LETTERA ALL'AMICO IMMAGINARIO. "Caro amico speciale, è da tanto tempo che ci conosciamo, e anche se ora ho quasi 30 anni, io di te continuo a fidarmi come quando avevo 4 anni. Ricordi? Avevo paura la notte, temevo il mostro Pallone, e allora, per farmi forza t'invocai, e tu arrivasti con la spada del manga mio preferito. I miei erano contenti, finalmente non dovevano più alzarsi di notte, perché tanto c'eri tu. Oddio, a dire la verità, i miei non si scomodavano nemmeno prima, ecco forse perché poi sei arrivato tu. Ti ho chiamato Ted, ma il tuo secondo nome era Guardiano. Poi alle medie diventasti Guardian e Warrior, sai, stavo imparando le lingue. Quello che mi ricordo è che io non volevo proprio che ti scoprissero, e non ne parlavo con nessuno. Sono stato bravo vero? Quando parlavo tra me e me, e mi dicevano: "Con chi parli Alfredo?". Io li fregavo sempre, rispondendo: "Parlo tra me e me", ma mica ti tradivo. Poi per fortuna ho scoperto alle elem

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