Conosco la tumultuosa corrente dell'odio e dei pensieri negativi che scorrono incessantemente. Ne sento il rumore, quel tipico acido-amaro rimuginìo.
Quel che ci circonda spesso diviene specchio di ciò che siamo internamente.
Le offese e le ferite possono gettarci in uno stato d'animo inquieto. Le ingiustizie subite possono diventare dei carichi pesanti da sopportare.
Quando qualcosa ci fa stare male, inizia un processo di esplorazione alla ricerca di ciò che scatena questa sofferenza profonda.
Perché?
L'ingenuità con cui talvolta ci avviciniamo al mondo, ignorando le potenziali insidie, ci rende vulnerabili.
E ci si accorge, spesso troppo tardi, dei profittatori seriali d'ingenuità (gli SKA, i Serial Killer dell'Anima), sempre pronti a trarne vantaggio incuranti del dolore arrecato.
E allora, di fronte a questi attacchi programmati, a che serve l'atto di perdonare?
C'è un limite a quanto uno possa tollerare?
C'è un limite a quanto possiamo perdonare?
Il tempo, l'alleato che sfugge, può aiutarci a comprendere che il perdonare un atto di liberazione interiore.
Non si tratta solamente di lasciar andare chi ci ha ferito, ma anche di liberarci dall'attaccamento a quella sofferenza. Per noi, ce lo dobbiamo.
Stare bene non dovrebbe dipendere dalle circostanze esterne o dagli individui intorno a noi.
Nel mondo ingiustizie, offese e profittatori ce ne saranno sempre.
Come possiamo attivare dei filtri per riconoscere chi cerca di sfruttare la nostra ingenuità, senza rimetterci in salute?
Come possiamo andare avanti, oltre, preservando la nostra integrità, senza accumulare odio o rancore?
L'arte del perdonare, a mio avviso, non si limita solo a un atto esteriore di liberazione da rancori e tensioni.
È una forma di autoindagine profonda, un'esplorazione del nostro essere interiore, per imparare a comprendere il meccanismo delle emozioni, delle ferite e delle reazioni.
E questo apprendimento ci permette di andare oltre, di non ripetere il logorante ciclo di odio e rancore.
Nell'atto di perdonare ci scopriamo come individui in grado di trasformare le ferite in saggezza, liberandoci dalla prigione dei sentimenti negativi.
L'arte del perdonare diventa una cura, una via verso la profonda comprensione di noi stessi (e degli altri), un passo verso la libertà interiore. Dobbiamo divenire cacciatori di libertà, rendendo un servizio all'anima.
(A. Battantier, Perdonare, 2016)